Matteo PiccaiaMatteo Piccaia

In mostra a Villa Ponti – Arona ospita in questi mesi una mostra d´eccezione a Villa Ponti su Picasso il Novecento, tra Cubismo e Astrattismo. Tra i tanti quadri in esposizione ne spicca uno, quello di Matteo Piccaia, artista di straordinaria sensibilità. Piccaia tra Braque e Picasso, accostamento naturale se solo si ripercorre la sua produzione pittorica di cui qualche sentore si può avere visitando il suo spazio espositivo a Busto Arsizio, in piazza Garibaldi.

Chi è Matteo Piccaia? – Pittore, poeta, amante degli aforismi, innamorato della natura e della sua perfezione, Piccaia nasce a Passerella di San Donà di Piave (Venezia). Dal Veneto se ne va quando ha solo 13 anni per trasferirsi in Piemonte con la famiglia e quindi all´estero, in Francia e in Svizzera dove frequenta scuole d´arte. Inevitabile il suo contatto con le avanguardie e con gli artisti che "disegnarono" il Novecento. Rientra in Italia solo nel 1965 stabilendosi a Busto Arsizio. Questa la sua storia quotidiana. Ma la sua vicenda artistica è molto più articolata, se così si può dire.

Lo stupore e l´osservazione – Per comprendere e quindi spiegare una sua tela non bisogna usare troppe parole, perché come sottolinea lui stesso, le parole hanno ucciso l´arte. Troppe chiacchiere attorno a un quadro rischiano di rovinare l´attimo fuggente, quell´istante in cui l´opera ti comunica qualcosa, un pensiero, o meglio ancora un´emozione. Il colore, il modo in cui viene steso da Piccaia sulla tela, le geometrie che segue nella ricostruzione di un iris, di un sasso, di un albero, tutto ha una sua logica, perfetta, inesorabile. Piccaia non si ripete, da oltre 50 anni dipinge, ma mai ha fissato in un "modello" il suo stile, riproducendo all´infinito e su commissione ciò che piace al pubblico e ai galleristi. E in questo sta la sua straordinaria pittura, la sua originalità, e versatilità. I suoi disegni trasportano davvero in un universo fantastico, in cui non ci si stanca mai di ascoltare favole, proverbi e citazioni. Una saggezza unica, di cui ormai pochi sono i depositari. Come dice Piccaia in una sua riflessione: "Che colpa è la mia se mi sento artista, lasciatemi sognare e scusate tanto se la mia illusione ha distolto i vostri sogni".