Una delle opere in mostraUna delle opere in mostra

La voce e gli echi – "La purezza appartiene al silenzio e, dunque, all'assenza del dicibile". Ci piace iniziare con queste parole di Pierre Klossowsky, poste come un faro ad apertura del catalogo della mostra: "Mario Raciti Antologia del silenzio Opere 1967 – 1980", curata da Andrea Palmieri e da Ettore Ceriani. E per le opere dell'autore nato a Milano nel 1934, sono state scelte tre sedi ospitanti: Villa Pomini a Castellanza, dal 7 al 28 marzo; la Galleria Palmieri di Busto Arsizio, dal 6 marzo all'11 aprile e la Galleria Villa Morotti di Daverio dal 13 marzo al 18 aprile. La pittura del grande maestro si presenta scarna, essenziale, quasi parca nell'uso della materia pittorica; il segno sottile ma significante non è mai invasivo, ma sembra timidamente, eppure incisivamente, lasciare la traccia sulla tela in mezzo a grumi di colore. L'attenzione per la sua ricerca, partita negli anni '60 da immagini emblematiche (sonde, giostre, percorsi, tunnels) per approdare poi alle Presenze-Assenze del decennio seguente, si allarga con il tempo e le numerose rassegne in tutta Italia finiscono per coinvolgere gran parte della critica nazionale, tra cui Quintavalle, Caramel,

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Pontiggia, Gualdoni, Tedeschi e Grazioli. Negli anni, mentre si approfondisce la sua ricerca stilistica e formale, si infittiscono le mostre all'estero. Va aggiunto che mentre "andranno in scena" le tre mostre di Busto, Daverio e di Catellanza, il 13 marzo 2010, apriranno i battenti della grande antologica dedicata a Raciti, presso Palazzo Magnani di Reggio Emilia.

L'incanto della parola e della traccia del segno – Ceriani commenta ad introduzione catalogo: "Se la pittura di Raciti non allude a forme della nominazione, risulta però fortemente evocativa, in quanto tocca il campo dei sentimenti ed induce l'osservatore a penetrare in una visionarietà nella quale ogni minima variazione di segno, di trama, di cromia rappresenta un evento, poichè influisce sul piano emotivo ed induce a recepire messaggi che vanno oltre il quotidiano e la cronaca, avvicinandosi all'incanto della

Il catalogo a cura di CerianiIl catalogo a cura di Ceriani

parola". Noi vorremmo solo ricordare e partire dal titolo della mostra che nel 1991 ha visto Raciti protagonista a Stoccolma al Ljevalchs Konsthall: "Il miraggio della liricità, arte astratta in Italia dopo il 1945". L'arte di Raciti assomiglia al mistero che si annuncia ma non si spiega, si avvicina al linguaggio parlato senza restare contaminato dal chiacchiericcio quotidiano, sembra nascere dal sussurro invece che dal discorso.

La preghiera laica: preziosità silente – Si prova quasi un senso di pudore a parlare di trascendenza o di spiritualità nella ricerca di Raciti, forse perchè la sua arte merita e richiede contemplazione silenziosa, più che tentativi stentati di spiegazioni e di interpretazione. Gillo Dorfles, più di vent'anni fa, ebbe a scrivere: "Silenzio, dunque, come cessazione del rumore, del suono, d'ogni attività esplicita; ma anche silenzio come presenza di qualcosa che non è definibile se non tautologicamente affermando che, durante il silenzio, si svolge qualcosa che è, per l'appunto, l'avverarsi del silenzio stesso: dunque come realizzarsi di qualcosa di positivo".

Mario Raciti
Antologia del silenzio
Opere 1967 – 1980
Villa Pomini di Castellanza
dal 7 al 28 marzo 2010
Galleria Palmieri di Busto Arsizio
dal 6 marzo all'11 aprile 2010
Galleria Villa Morotti di Daverio
dal 13 marzo al 18 aprile 2010
mostra a cura di Andrea Palmieri ed Ettore Ceriani
Catalogo a cura di Ettore Ceriani