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Piccoli occhi guardano il grande mondo – L'obiettivo di Marco Introini si trova spesso a dialogare con realtà molto diversificate tra loro. La macchina fotografica dell'artista è rivolta non solo verso l'Europa, ma anche verso paesi lontani, culture estranee alla nostra quotidianità, che trovano soggetto comune nelle sagome delle case, nei profili degli edifici, nella resa prospettica di palazzi, strutture, ponti, strade, fabbriche…Le architettura attirano l'entusiasmo e l'attenzione del fotografo di Samarate che dopo l'importante indagine per immagini svolta sull'attività di un maestro dell'architettura contemporanea, Alvaro Siza, ora è rivolto ad un mondo lontano ma al contempo molto vicino a noi: la Cina e in particolare Shanghai, la sua città più popolosa. "Oggi la 'Perla (e tante altre cose) d'oriente', con le porte spalancate ai capitali occidentali, fatica a trovare la propria identità e forse guarda al passato con malinconia. Con gli occhi di Shanghai Lily", scrive Federico Bucci nel suo testo, una sorta di diario di viaggio di intrecci di emozioni fuori dal tempo che attraversano con lo sguardo luoghi e situazioni tra realtà dagli anni '30 ad oggi, mischiate a scene da film: Shanghai express "il film di Josef von Sternberg, con una strepitosa Marlene Dietrich che interpreta la parte di Shanghai Lily, prostituta d'alto bordo che si concede al 'cattivo' di turno per liberare il grande amore ritrovato. Lei è bellissima e la malinconia dei suoi occhi è indimenticabile".

Una fotografia di IntroiniUna fotografia di Introini

Testimoni del tempo – Le 11 fotografie esposte dal 16 gennaio presso la Galleria Sottoesposizione di Piacenza, sono una minima selezione del centinaio di scatti firmati da Introini durante il soggiorno in Cina nel 2007. Alcune immagini di questo impegnativo lavoro sono già state presentate al pubblico in una mostra personale del fotografo a Bergamo lo scorso anno, negli spazi della Galleria Manzoni. 'Shanghai. Cina coloniale' questo il titolo della mostra che ritorna per mostrare al pubblico una realtà insolita, o meglio un intersecarsi di mondi e culture dal forte fascino. Il soggetto scelto è l'architettura coloniale di Shanghai, testimone di quel legame instauratosi tra la metropoli cinese e le varie concessioni governative che lì agivano, dalla Francia alla Germania. "A volte rimanevo affascinato dall'impressione di trovarmi in una città completamente  europea – afferma Marco Introini – l'unico appiglio alla realtà orientale erano le scritte e le insegne per le vie. La zona e i luoghi che ho scelto nelle mie fotografie rappresentano una realtà abbastanza sconosciuta in Europa; le riviste solitamente raccontano i grattacieli e le moderne costruzioni di cui si sta arricchendo Shanghai, ma non raccontano questa parte della città. Qui si trovano alcune caratteristiche architettoniche comuni ad altre zone della costa: basti pensare al gusto puramente tedesco che ancora oggi regna a Qingdao, località in cui fin dal 1903 la birra fu introdotta dai tedeschi e dai britannici".

Un'altra immagine firmata Marco IntroiniUn'altra immagine firmata Marco Introini

L'altra Cina – "Esiste un'altra Cina, non quella del Milione di Marco Polo o di quella de L'Ultimo imperatore di Bertolucci, non la Cina dei cantieri, delle architetture del futuro; esiste una Cina che punteggia la Costa del Mar Giallo, la Cina coloniale, di cui Shanghai è la migliore espressione. Tre parole, tre luoghi sono importanti per capire questa città: Old Town, Concessioni, Bund", così scrive il fotografo. In merito alle ultime dichiarazioni spiega la ragione della scelta dei tre termini: "Shanghai è situata sul fiume Huangpu; Bund è la zona sul versante del fiume in cui si trovavano gli edifici commerciali, le banche, le sedi delle compagnie commerciali, tutte secondo uno stile neoclassico", racconta l'artista. "Concessioni erano le aree gestite dai diversi paesi, secondo le singole leggi e regole; non vigevano in tali zone le leggi cinesi, ma subentravano quelle delle diverse dominazioni. In opposizione Old Town è il cuore della città, il nucleo antico, dove vivono esclusivamente cinesi". Un approfondimento di questo aspetto nel testo di Francesco Zanot "Introini concentra la sua attenzione sul centro della città, o meglio, in questo caso, su uno dei suoi centri. Sposta lo sguardo dalle periferie, dai non-luoghi, dal terzo paesaggio, oggetto di vaste ricognizioni fotografiche, a ciò che è immediatamente riconoscibile, possiede una specifica identità, non ha il carattere dell'abbandono. I fabbricati e le strade verso cui punta l'obiettivo sono popolati, spesso affollati e chiassosi. Tuttavia, questo sì, Introini limita la presenza umana all'interno delle proprie inquadrature. Come accidentalmente era accaduto a Daguerre sul Boulevard du Temple, ripulisce ossessivamente l'immagine da qualsiasi intromissione o la riduce a proporzioni minime. Ciò, nel suo caso, non implica un senso di desolazione, ma si deve parlare di precisione. L'angolo arrotondato di un palazzo sulla Huai Hai Road, nella Concessione Francese, rimanda a una ben nota immagine scattata da Gabriele Basilico nel 1980 a un soggetto analogo nel cuore di Milano. Oltre alla mancanza di persone, perfino le geometrie disegnate dai cavi aerei sono simili. L'occhio, senza distrazioni, punta diretto sulla pelle della città. Con questa Introini riempie ogni porzione del fotogramma, scandagliando il presente per leggere le tracce del passato e del futuro della forma urbana".

'SHANGHAI Cina Coloniale'
personaIe fotografica
di Marco Introini

a cura di Massimo Ferrari
con un testo di Federico Bucci
dal 16 al 31 gennaio 2010
Inaugurazione sabato 16 ore 17.30
Galleria Sottoesposizione/Biffi per l'Arte
via Chiapponi, 39 angolo Piazza S.Antonino
Piacenza
Tel. 0523-1720408
orari: tutti i giorni tranne il lunedì e il giovedì
dalle 16.00 alle 19.30
www.sottoesposizione.it
info@marcointroini.net
www.marcointroini.net