Un'opera di SiccardiUn'opera di Siccardi

Strappi e ricordi – Di giorno professore di biologia e genetica all'Università di Milano, di notte artista. Questa la doppia anima di Antonio Siccardi che da circa vent'anni lascia spazio alla sua creatività producendo opere alquanto originali. Partito dall'ammirazione per Mimmo Rotella, Siccardi copia il maestro del Novecento e inizia a produrre dei decollage. Da allora ad oggi le cose sono cambiate e le sue opere sono completamente autonome e scollegate da quell'originale matrice. L'artista, nato a Varese, ha da poco terminato una mostra promossa dall'associazione culturale Sator a Milano, dove ha esposto i suoi Fossili urbani: manifesti che vengono strappati lasciando emergere gli strati sottostanti.

Scienza e arte – "Fossili urbani è il titolo di un'altra mostra già fatta anni fa, che ho deciso di riproporre oggi insieme alle ultime novità", spiega l'artista, "è un particolare intervento che io faccio sui manifesti stradali mostrando le stratificazioni che stanno al di sotto della prima locandina. Raggiungo, togliendo, lo strato primo. Faccio un'operazione simile a quella del paleontologo, scavo fino al punto originario, così come lo studioso recupera i fossili, io ritrovo immagini seducenti, creo accoppiamenti nuovi, affascinanti". Con la pazienza di un paleontologo, Siccardi scava nelle stratificazioni, fa emergere livelli prima invisibili, riscopre immagini famigliari, combinazioni inattese di forme e colori, parole che possono essere allusive o incomprensibili fuori dal loro contesto.

Un'altra opera dell'artistaUn'altra opera dell'artista

Ultime sperimentazioni – Siccardi gioca sulla ricombinazione dei messaggi originali dei manifesti per proporre una realtà frammentata che richiama una memoria recente, volatile, subliminale. I risultati sono "fossili urbani" che ci raccontano storie, incontri, vibrazioni di un recente passato. "Ultimamente ho anche cambiato supporto, l'ultima novità è l'uso della lamiera ondulata, finora non l'ho visto fare da nessuno", continua Siccardi, "avevo anche fatto dei manifesti al contrario, ma quelli ho scoperto che erano già stati utilizzati. L'aspetto materico è per me fondamentale, l'opera è tridimensionale, vive nello spazio". Da una ventina d'anni Siccardi lavora coi manifesti, trovati in Italia e all'estero. Ha all'attivo numerose mostre, organizzate principalmente in spazi di amici e centri culturali, ma l'artista non ha una galleria di riferimento.

Opinione famigliare – Così scrive la figlia, drammaturga, Anna Siccardi: "Anche nei lavori più estremi, dove l'immagine originaria è sbranata da progressive stratificazioni e si riduce a pochi brandelli, l'icona sopravvive in tutto il suo potere, chiede all'occhio un'impossibile ricomposizione e trova nel ritmo dell'opera i tratti perduti. Oltre la dicotomia astratto – figurativo, nel luogo preciso della loro coesistenza, subentra il ritmo. Non è un caso, non mi sembra plausibile, che la maggior parte delle opere di Siccardi si ispirino alla musica e alla danza. Oltre la frammentazione, ecco un racconto. Dietro il biologo, ecco l'artista".