Gallarate –  In occasione del ventennale del Gruppo Archeologico DLF Gallarate-Domodossola, in collaborazione con la Società Gallaratese per gli Studi Patri e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, si è aperto al Museo degli Studi Patri il percorso espositivo: “Madri silenziose. I segreti dell’antica bellezza”.

La mostra che rimarrà in  calendario sino al 23 dicembre, pone l’attenzione sul mundus muliebris esponendo oggetti recuperati in recenti scavi nel varesotto: balsamari, contenenti in origine essenze preziose, anelli con castone decorato, pettorali e bracciali in bronzo, specchi lavorati. Soltanto un reperto esposto non proviene dal nostro territorio: si tratta di uno specchio etrusco di produzione tarquiniese del III a.C., recentemente restaurato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio e Varese.

Nell’allestimento spicca un anello di ferro proveniente dalla necropoli di Angera che lo studioso Riccardo Pietro Visentin, occupandosi dell’analisi gemmologica dell’oggetto, data al II secolo d.C. grazie al ritrovamento di due monete dello stesso periodo. Secondo la ricostruzione dello storico l’anello sigillare è un diaspro che rappresenta al suo interno un guerriero intento a reggere una spada e un elmo. Visentin aggiunge anche che per i romani gli anelli possedevano delle proprietà magiche, credenza criticata fortemente dallo storico Plinio il Vecchio.

All’inizio del percorso museale è stato disposto un banchetto con la riproduzione degli oli essenziali di mirra e nardo, preso letteralmente d’assalto dai visitatori nel corso dell’inaugurazione. Un  vernissage impreziosito da alcuni brani dello spettacolo Voci di donne dal silenzio”, recitato dalle studentesse della 4A del classico dei Licei di Viale dei tigli e curato dalla regista Giulia Provasoli. Nel cortile antistante il museo le giovani attrici hanno impersonato, attraverso monologhi ficcanti, alcune donne della mitologia e della letteratura classica, quali Medea, Clitennestra e Cassandra.

L’allestimento, che vuole indagare tre grandi ambiti quali cosmesi, gioielli e abbigliamento, si conclude nella sala-conferenze del museo, dove trovano collocazione le ricostruzioni di cinture, pettine in osso, collane longobarde del VII secolo d.C. realizzate da Cristiano Brandolini. Un video illustra nel dettaglio il lavoro dell’artista e archeologo.

Durante il periodo dell’esposizione, sono previsti eventi collaterali, quali laboratori didattici per bambini, organizzati dal Gruppo Archeologico del dopolavoro ferroviario e visite guidate a cura degli studenti del Liceo Viale dei Tigli. Gli allievi dell’istituto continuano in questo modo il percorso di alternanza scuola-lavoro iniziato lo scorso anno. In programma anche una serie di conferenze con esperti del settore permetterà di approfondire le tematiche del percorso, ad esempio l’uso di unguenti e profumi, o la diffusione di gioielli nell’antico territorio varesino.

La mostra, che vuole far riflettere sull’universo femminile, sarà visitabile ogni domenica dalle 9.30 alle 11,30 e dalle 15 alle 18. Informazioni:Società Gallaratese per gli Studi Patri e-mai info@studipatri.it – www.studipatri.it.

Eleonora Manzo