'Atmosfere Leonardesche''Atmosfere Leonardesche'

Lo stupore – Scoprire un nuovo mondo attraverso le opere di Livio Borghi. Momenti magici, inediti, irripetibili che nascono attraverso una sorte di incantesimo, quello che l'artista scopre attraverso le rivelazioni straordinarie della natura. La grande 'Madre' che a tutti parla e si rivela con messaggi continui, filtrati da ogni dove, ma che pochi possono ascoltare e cogliere. Borghi ha saputo avvertirli, entrare in sintonia, in contatto ma soprattutto diventare tutt'uno con questa potenza. Una fusione che si esprime attraverso un personale linguaggio pittorico. "Ed è qui – dice l'artista – che si assiste al miracolo. Un a tu per tu con la natura che elabora cromie, sfondi, scene e paesaggi. Evocazioni e immagini davanti alle quali anch'io mi stupisco, diventando spettatore della mia stessa opera".

Tracce – L'artista cattura il tempo, attraverso 'Le ombre': immagini che si muovono, mutano posizione obbedendo al movimento della luce. Borghi riprende nelle tele queste tracce a testimonianza del trascorrere del giorno, scandendole con passaggi di colori precisi: prima il giallo, poi il rosso e infine il blu. "Il mio seguire in sincronia quello che si svolge, è l'immagine voluta dall'uomo per mezzo della natura. E per il compiersi di questa simbiosi che vivo, mi sono spogliato degli abiti dell'artista per indossare quelli di semplice osservatore. Entro così in perfetta osmosi con l'ambiente e percepisco la sua sofferenza. L'uomo, in questo momento non si deve comportare da dominatore ma da compagno per condividere il piacere del creato". Ed è nel ciclo 'Genesi' che emerge chiaramente questo concetto dove artista e natura partecipano all'evento. Borghi appronta l'opera, i fenomeni atmosferici (acqua, neve, ghiaccio e vento) agiscono e diventano preziosi collaboratori. Le immagini si contorcono, le macchie si uniscono e i colori si mescolano.

'Nastro alla cava', 1973‘Nastro alla cava’, 1973

Il miracolo – "Da questo caos di immagini parte il mio lavoro. Individuo tra questi segni informi delle possibili immagini, paesaggi, figure, scenari, e li estrapolo. Solitamente sono scorci piccoli, di 4-5 centimetri che poi ingrandisco proiettandoli su una tela".
Una riproduzione fedele senza l'aggiunta o l'eliminazione di nessun dettaglio alla quale poi l'artista scatterà una fotografia. Un'immagine in bianco e nero a testimonianza di questo nuovo paesaggio scoperto o (chissà!) ritrovato. Reale o immaginario… Qui si avvera il miracolo di questo 'nuovo mondo' da scoprire giorno dopo giorno.
"Non smetto mai di interrogarmi attraverso la pittura. Davanti al paesaggio di oggi ma, soprattutto alla domanda: che fare? Rispondo… fondendomi con la natura".

Livio Borghi ha recentemente concluso con ampio successo di pubblico e di critica un'importante mostra personale in Villa Rusconi a Rescalda intitolata 'dall'odor di fieno al computer'. Qui ha presentato gran parte della sua produzione artistica suddividendola in 3 particolari momenti: 'la giovinezza', rappresentata nelle opere realizzate negli anni 50, 'la maturità' raccontata nei lavori del '70 e la stagione più recente, quella di oggi dove si esprime con nuove ricerche e suggestive sperimentazioni.