'Ozmo - 2501''Ozmo – 2501'

Calendario alla mano – Da gennaio a giugno, un semestre e un unico mega-evento: il progetto "Città Visibile" che ha impegnato la Fondazione Bandera in tutti questi mesi. Prima la necessaria preparazione, poi il via da marzo a maggio, con tre grandi mostre, un ciclo di conferenze e un concorso artistico aperto agli studenti. Un progetto ben strutturato, nato dalla collaborazione con l'Amministrazione comunale nell'ambito del Piano di Area Vasta, che intende progettare la città del futuro. Eccellenti i nomi degli artisti coinvolti: da Giancarlo Ossola alla Street Art di Ozmo, Zibe e 2501, fino ai giovani artisti italiani promossi da Luca Beatrice, curatore del padiglione italiano della Biennale di Venezia attualmente in corso. Un evento di qualità e di indubbio prestigio che avrebbe dovuto portare la gente nei musei.
Ma, a conti fatti, il bilancio non è così positivo.

I dati – I numeri parlano chiaro. Per un evento di questa portata il personale della Bandera si aspettava un interesse sicuramente maggiore da parte della cittadinanza, visto anche il coinvolgimento con il comune. Sta di fatto che per tre mesi di mostre ininterrotte si contano circa 750 persone, comprese le inaugurazioni. Con il risultato di orde di gente che si accalcano all'inaugurazione, richiamati forse più dal momento di vita mondana che non dall'arte, e poi la scarsa affluenza durante il restante periodo di apertura. Assolutamente demoralizzante è stata poi la mancanza di partecipazione alle tre conferenze organizzate in mattinata. Tenendo conto dell'attenuante dei lavoratori,  pare però allarmante il 'numero 0' di partecipanti, escludendo i 180 ragazzi degli istituti iscritti al concorso e quindi tenuti a partecipare alle varie tappe del progetto. E anche a questo proposito il coinvolgimento delle scuole ha deluso le aspettative: dopo un entusiasmo iniziale e prospettive di adesione da parte di tutti gli istituti della città, a presentarsi alla fine sono stati solo il liceo artistico P. Candiani e l'istituto cinematografico M. Antonioni.

Luca BeatriceLuca Beatrice

Busto Arsizio, città invisibile – Un altro numero appare, quello riferito alle iniziative che si sono intercalate durante questi tre mesi, come concerti, premiazioni, presentazioni di libri. Qui si raggiunge in tutto la cifra di 1000 partecipanti. Purtroppo non possiamo che constatare la difficile situazione della cultura in quel di Busto Arsizio, dove davvero sembra impossibile far sì che l'arte entri nella vita della città. Una città pur di provincia ma con più di 80.000 abitanti. Non sono bastati neppure i grandi nomi ospitati ad attrarre la curiosità dei bustocchi, che hanno disertato anche l'incontro con Luca Beatrice, figura di spicco nel panorama critico contemporaneo. Episodio emblematico di tutta la faccenda: gli street artist multati mentre lavoravano alla loro opera commissionata dalla città stessa nei pressi della Fondazione. Questo è il clima rigido in cui l'arte contemporanea ancora fatica a germogliare in terra bustese.

E ora – La Fondazione Bandera si prepara così alla chiusura estiva. Per il momento a sfruttare gli spazi museali sarà l'affezionato liceo artistico che nella giornata di martedì 14 luglio invaderà pacificamente la Fondazione per il Diploma Day, la festa dei neodiplomati. Ancora non è dato sapere quali saranno, invece, i futuri programmi previsti alla riapertura settembrina. Non ci resta che attendere e sperare che l'arte a Busto Arsizio possa ancora risorgere a vita nuova.