Due esili figure abitano, da qualche settimana, l’Orto ad Arte di Via Bagaini a Varese – un lembo di terra nel cuore della Città Giardino di proprietà di Edil3 Immobiliare, gestito da Alberto Lavit e dall’associazione culturale Parentesi presieduta da Veronique Perrard-Monzini con il sostegno della Fondazione Comunitaria del Varesotto.

Si tratta di un’installazione dello scultore milanese Gerald Moroder dal titolo «Indifferenza» che rimarrà en plen air fino a fine giugno.

Due le figure umane dall’aspetto primitivo che svettano, con la loro altezza di 203 cm, e contrastano, con la loro struttura in acciaio con un impasto di sabbia, trucioli di ferro e resina, il verde giardino e la fredda ringhiera dell’Orto ad Arte.

Il primo dei due uomini guarda verso il passante, lo spettatore.

È fisso, inespressivo, con lo sguardo perso nel vuoto, come se fosse del tutto estraneo a ciò che accade intorno a lui.

Dietro, il secondo uomo, curvo, dilaniato dal dolore di un qualcosa che lo sta facendo cadere letteralmente a pezzi; è l’idea del “non finito” a rendere ancora più evidente la triste condizione di quell’uomo.

Il titolo dell’opera, «Indifferenza», è emblematico: ciò che noi vediamo è la manifestazione dell’indifferenza di un uomo verso un altro uomo, di un atteggiamento di severità e noncuranza di fronte alla sofferenza e alla solitudine di un suo simile.

Gerald Moroder – dodicesimo protagonista di questo piccolo giardino nel cuore della città – spiega così il significato della sua opera: «il non voler vedere la necessità di aiuto di chi è meno fortunato di noi».

Le sculture sottili e smaterializzate di Moroder sono costituite dalla stessa roccia rossa di porfido del Monte Rasciesa, alle cui pendici sorge Ortisei, dove frequentò l’Istituto statale d’arte dal 1986. La sua ricerca prende avvio proprio dai materiali – la terra, la pietra, l’impasto di legno – lavorati e accostati per creare immagini di forte impatto della realtà e delle condizioni dell’uomo contemporaneo.

«In un ideale vortice circolare, le figure magre e longilinee modellate dall’artista sono dei fotogrammi dello stesso uomo colto in fasi successive di smaterializzazione corporea che vuole approdare a una forma di levità, di dissolvenza, di intangibilità dell’essere. La frantumazione della materia si oppone alle leggi della gravità, la torsione del corpo si riflette in un fremito verso l’alto, traducendo l’anelito verso un entità superiore» – Chiara Canali.

 

Indifferenza – Gerald Moroder

 

Orto ad Arte, Via Bagaini, 20 Varese

Fino al 30 Giugno 2018

 

Giulia Lotti