Bergamo – E’ un viaggio nel tempo per i visitatori la mostra “L’età dell’innocenza. Il Rinascimento a Bergamo e Brescia intorno al 1900“, organizzata dal FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano, a cura dello storico dell’arte Giovanni Agosti, allestita fino all’8 ottobre nelle sale di Palazzo Moroni, nella città Alta.

L’iniziativa è stata ideata e realizzata per partecipare al programma di attività di Bergamo e Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 e per valorizzare il periodo di chiusura per restauri di gran parte palazzo, in vista della riapertura completa e definitiva, a metà novembre 2023.

Nella grande Sala da ballo al piano nobile affrescata alla metà del Seicento, dodici capolavori del Cinquecento bergamasco e bresciano, provenienti da collezioni private, sono esposti per l’occasione: opere di maestri come Lorenzo Lotto, Andrea Previtali, Giovanni Gerolamo Savoldo, Alessandro Bonvicino detto Moretto e Giovanni Battista Moroni.
Nell’anno in cui si celebra Bergamo e Brescia Capitale Italiana della Cultura, l’iniziativa rende onore al ruolo di queste due città quali fulcri del Rinascimento italiano, ma più che il Cinquecento, attraverso un originale allestimento, questa mostra racconta i primi del Novecento, ovvero un altro “Rinascimento”, quando le ricche e nobili famiglie locali, come i Moroni, accumulate nel tempo preziose raccolte nei loro palazzi, aprivano le porte a visitatori e conoscitori d’arte provenienti da tutto il mondo, in viaggio in Italia alla ricerca di opere da scoprire o da acquisire per i nascenti musei nazionali o per collezionisti privati. L’ispirazione proviene dal celebre romanzo di Edith Wharton – L’età dell’innocenza (1920) – divenuto film nel 1993 con la regia di Martin Scorsese, che dà il titolo alla mostra. Non a caso la scrittrice americana si era recata a Bergamo all’alba del Novecento e aveva dato conto di questo suo soggiorno in Italian Backgrounds (1905).

Per l’occasione, grazie alla scenografia di Margherita Palli e all’illuminazione a cura di Pasquale Mari, Palazzo Moroni evocherà quelle atmosfere nella Sala da ballo completamente trasformata in un salotto dei primi del Novecento, denso di arredi e suppellettili, con le opere d’arte alle pareti o su cavalletti, tra rigogliose felci e flebili lampade a incandescenza, tra tende damascate, vasi cinesi e trionfi di fiori e frutta. La mostra ricostruisce un contesto del tutto immaginario eppure verisimile: suggestivo, perché immerge il visitatore in un altro tempo e invita a percepire come allora, diversamente da ora, spazi, luci e dettagli, e istruttivo, perché attraverso questa esperienza racconta un capitolo della storia del Palazzo e della Collezione Moroni, e in generale della storia dell’arte, invitando a riflettere su modalità di percezione delle opere d’arte, ben diverse da quelle odierne.

Valore aggiunto dell’esposizione sono gli oggetti che danno vita all’allestimento, accuratamente selezionati per tipologia e stile, e tutti provenienti dal patrimonio del FAI custodito in altri Beni (Castello e Parco di Masino (TO), Villa e Collezione Panza (VA), Villa del Balbianello (CO), Villa Della Porta Bozzolo (VA), Villa Fogazzaro Roi (CO), Villa Necchi Campiglio (MI), Casa Livio e Collezione Grandi (MI), Casa Crespi (MI)) o acquisito grazie alle numerose donazioni che, negli anni, generosi benefattori hanno destinato alla Fondazione (tra questi: Pietro Cannata, Alighiero ed Emilietta de’ Micheli, Anna Maria Bianchi De Paoli, Roberto Martinelli, Gabriele Manfredi, Ruggero Tagliavini, Gianfranco e Mirella Tartara, Maria Antonia Gianetti, famiglia Zegna). L’allestimento è stato realizzato anche grazie alla collaborazione dell’azienda Rubelli di Venezia che ha donato i pregiati tessuti dei tendaggi.

Nel periodo della mostra Palazzo Moroni sarà visitabile solo negli spazi della corte, dello scalone e della Sala da ballo dove è allestita l’esposizione, oltre che nei giardini.
Sono disponibili su prenotazione visite guidate speciali, e tramite QRcode è possibile fruire dei racconti audio (podcast) realizzati dagli stessi curatori.
Infine, nell’ambito del programma Sere FAI d’Estate, tra luglio e settembre l’ortaglia di Palazzo Moroni ospiterà la proiezione di sei pellicole d’autore en plein air, due delle quali – L’età dell’innocenza (1993) di Martin Scorsese e L’innocente (1976) di Luchino Visconti – rimandano direttamente alla mostra.
La mostra rimarrà in calendario sino all’8 ottobre e sarà aperta al pubblico da mercoledì a domenica dalle 10 alle 18. Informazioni: Tel. 035 0745270