In questo nuovo caso – “la più marina delle indagini di Montalbano” l’ha definita Camilleri, perché le vicissitudini si srotolano con una narrazione quasi sfrontata tutte nel porto di Vigàta, tra yacht di lusso, il “Vanna” e il cruiser “L’asso di Cuori”. Leggendo L’età del dubbio si scopriranno, soprattutto per gli uomini di così detta mezza età, i cambiamenti nel commissario.

Camilleri vuole farci conoscere più da vicino i sentimenti di Salvo Montalbano.

Quando viene rinvenuto nel porto di Vigàta un canotto, con all’interno il cadavere sfigurato di un uomo, azioni e sentimenti paralleli si mettono in moto snocciolandosi come l’effetto domino su un ripiano acido e liscio per tutti i protagonisti.

Il cadavere viene recuperato da un’imbarcazione di lusso, il Vanna, di proprietà di una cinquantenne disinibita e da un equipaggio con qualche ombra.

Proprietaria e marinai devono trattenersi a Vigàta fino alla fine dell’inchiesta sul morto (ucciso da una dose di veleno, così stabilisce l’autopsia), ma intanto è proprio su di loro che Montalbano vuole indagare. L’istinto alle volte soprannaturale del commissario; è accaduto in altri romanzi dove l’intuito extrasensoriale lo conduce a riflessioni fuori da ogni tipo di razionalità (vedi L’odore della notte, Sellerio editore).

Così accade che una notte Montalbano fa un sogno tragico e ridicolo che rivela come i due pensieri fissi degli ultimi anni lo accompagnino nel sonno: la consapevolezza di invecchiare, l’idea della morte e la relazione con Livia.

Sogna il suo funerale; glielo annuncia Catarella, a cui di solito è affidata questa comunicazione funebre dei morti ammazzati.

Alla cerimonia assistono il dottor Pasquano che al solito si rifiuta scontrosamente di dare particolari sul morto prima di aver eseguito l’autopsia, il questore Bonetti-Alderighi che non autorizza Montalbano a indagare sulla sua stessa morte, e l’amico e collega Mimì Augello.

Nel sogno manca solo colei la cui presenza al funerale Montalbano darebbe per scontato: la fidanzata Livia che, raggiunta per telefono dall’irritato defunto, gli annuncia che forse non farà in tempo a intervenire e che, per dirla tutta, approfitterà della sua morte per sentirsi libera da una relazione che si trascina stancamente.

Quando le relazioni stagnano poi cambiano colore, accade anche alle indagini di cui si è sempre occupato il commissario di Vigata.

La domanda se sia amore a fargli mantenere la relazione con Livia, o l’egoismo e la paura di restare solo sorgerà prepotentemente.

Sarà proprio il parallelo delle meditazioni personali e le intuizioni di Montalbano a risolvere un caso spinoso, e fargli comprendere di quante sfaccettature possiede l’amore.

Non pensarci, voltare pagina quando Camilleri propone i dubbi di vita di Montalbano, simile a molte altre nostre vite, è decisione del lettore. Concentrarsi solo sulle indagini distoglie da cosa sia il significato di amare e amarsi e il commissario lo ha compreso bene.

Buona lettura!

Enzo Calandra