Milano- Fino al 10 gennaio è allestita la mostra di Mariangela Zabatino con opere di varia natura: pastelli ad olio su carta, pastelli ad acqua su carta intelata, bassorilievi e ceramiche cotte a bucchero come facevano gli antichi Etruschi.

“Fiorire – è lo scopo – chi incontra un fiore / e lo guarda senza pensare / a malapena potrà sospettare / la circostanza minore // Partecipare alla faccenda della luce / così complicata / che poi al meriggio come una farfalla / viene donata // Disporre il bocciolo – combattere il verme / ottenere la giusta rugiada / mitigare il calore – eludere il vento / sfuggire all’ape furfante // Non deludere la grande Natura / che quel giorno l’attenderà / ESSERE UN FIORE E’ UNA PROFONDA / RESPONSABILITA’ ” (Emily Dickinson).

Questa splendida poesia è l’origine del progetto artistico di Mariangela Zabatino che indaga con profondità e con sublime leggerezza la potenza trasformativa di essere un fiore.
Si tratta di opere di raffinata esecuzione, dove colori opalescenti e di grande forza espressiva dialogano con lo spazio bianco che li contiene, opere che presentano un segno rarefatto, sintetico ed acquoso, opere essenziali e germinative come un dipinto di Rothko, alla ricerca continua di un’identità e di un senso per la propria esistenza.

Le opere in mostra sono fiori d’amore e gettano un ponte tra due mondi, quello animale e quello vegetale, solo apparentemente distanti tra loro. Gli uccelli diventano petali e i petali danzano come creature nate per il ballo, in un silenzioso quanto gioioso inno alla vita.
Sono presenti riferimenti continui al mondo del mito dell’antica Grecia, un mondo ancestrale dove la natura è invasa dal divino, dove ogni fiore è sacro, come sono sacre le parole che evocano quel mondo. Orfeo, Dafne, Eco, le Nereidi e le Ninfe, personaggi che si incarnano nelle opere dell’autrice e diventano spiriti sottili, oracoli per il nostro tempo cosi avaro di valori profondi.

Tutti noi siamo potenzialmente dei fiori, boccioli in cui la vita, terribile e meravigliosa insieme, cerca avidamente la luce in un biancore abbacinante che avvolge le opere dell’artista e che urla il desiderio incontenibile di creare un nuovo mondo.

Questo è il potere immaginifico e trasformativo dell’arte di Mariangela Zabatino, fiori di carne, di polvere e di spirito, fiori che riescono a guarire le ferite che ci portiamo dentro, fiori come doni inaspettati e, per questo, ancora più potenti e necessari.

Molto suggestivo anche l’allestimento della mostra, ad opera di Cristina Sissa e di Egidio Magurno, allestimento pervasivo in cui l’elemento vegetale si insinua e si espande nello spazio espositivo, sprigionando intensi profumi e sensazioni che alludono ad un bosco dove tutti noi possiamo perderci ma anche ritrovarci.

Studio D’Arte Del Lauro – Via Mosè Bianchi, 60 Milano. Visite su appuntamento T.: 3408268664
www.studiodartedellauro.it

 

Andrea Corbella