Varese – Un viaggio in quasi mille anni di pittura per celebrare le natività “non ufficiali”. E’ il progetto natalizio promosso Varese DoYouLake della Camera di Commercio.
La città giardino e la sua provincia custodiscono quattro natività, illustrate in altrettanti affreschi, che utilizzano come fonte i vangeli apocrifi. Dalla chiesa di Santa Maria foris portas a Castelseprio, alla collegiata di Castiglione Olona, al battistero della basilica di San Vittore a Varese e alla cripta del Sacro Monte.
L’arte in queso caso racconta la natività partendo dai testi sulla vita di Gesù non riconosciuti ufficialmente dalla Chiesa ma ai quali spesso gli artisti e le rappresentazioni popolari hanno fatto riferimento. Un percorso che, dal VII secolo porta fino al Rinascimento,  può diventare l’occasione di un weekend tra i più suggestivi luoghi della provincia di Varese e le tradizioni.

La più antica e preziosa immagine, che si incontra è quella della natività nella chiesa di Santa Maria foris portas a Castelseprio, un unicum europeo per la cronologia, le caratteristiche stilistiche e pittoriche che lo contraddistinguono: siamo tra IX e X secolo, appena al di fuori delle mura del castrum (oggi sito Unesco nella rete “Longobardi in Italia: i luoghi del potere 568-774 d.C.) in quello che sembrerebbe essere un oratorio nobiliare voluto da una elite territoriale. Nell’affresco, Maria è sdraiata su un giaciglio bianco in un paesaggio agreste, mentre sullo sfondo compaiono le mura di Betlemme. Una levatrice si avvicina alla Madonna e tende il braccio per poterla visitare, mentre il bambino è già nato e lo spazio immerso nella luce. Una seconda levatrice lava il piccolo Gesù versando acqua da una brocca. Il braccio della levatrice si bloccherà, risanato solo in un secondo tempo dal volere di Dio, di fronte alla mancanza di fede nella Vergine del Signore.
A pochi chilometri  da Castelseprio, sul colle della Collegiata di Castiglione Olona (www.museocollegiata.it), è Masolino da Panicale a riprendere il tema, raffigurando le due levatrici  inginocchiate di fronte al bambino immerso nella luce, e con il chiaro gesto della levatrice dubbiosa che tocca Gesù, il figlio di Dio che si è fatto carne. Masolino, chiamato a lavorare a Castiglione Olona dal cardinal Branda, ha completato il ciclo della Collegiata negli anni Trenta del 1400, realizzando uno dei capolavori del Rinascimento italiano.
La terza immagine la si incontra nel centro cittadino di Varese, all’interno del battistero, posto a fianco della basilica di San Vittore. Aperto al culto e visitabile su richiesta, il Battistero mostra sia le fasi dell’edificazione altomedievali, sia la successiva veste romanica, all’interno della quale (o poco più tardi) è da collocare la natività dipinta sulla controfacciata e ormai solo parzialmente leggibile, nonostante un recente restauro di qualche anno fa. La scena del bagno a Gesù è in realtà rappresentata anche in una seconda immagine nel battistero ma in una zona non accessibile al pubblico.
Al Sacro Monte di Varese (www.sacromontedivarese.it) è la cripta a riservare l’immagine dai colori più vividi, in cui la natività apocrifa è perfettamente leggibile. Nel piccolo spazio, che corre al di sotto della navata destra del Santuario (di recente oggetto di ricerche archeologiche – è stato infatti trovato un oratorio funerario di epoca carolingia), la rappresentazione della natività è inserita in un ambiente interamente affrescato dove i visitatori, almeno a partire dal XIV secolo, hanno voluto lasciare traccia del loro passaggio con una serie di graffiti.

Testimonianze che si fanno anche curiosità e spunti per conoscere il territorio, uno scrigno che conserva molti tesori.