JONNYEssiamonoi – “siamo noi” al centro dell’attenzione, noi spettatori che – tra una battuta ed un video trasmesso su un maxischermo – veniamo coinvolti in simpatici sketch e perfino in coreografie bizzarre. Lo show di Giovanni Vernia, meglio conosciuto come Jonny Groove, promette da subito di non escludere il pubblico ma – anzi – di renderlo protagonista di una serata tutta da ridere. Dal primo momento in cui calca un palcoscenico, lo stralunato discotecaro, si rivolge alla platea cercando risposte e provocando – in modo del tutto ingenuo – grandi e piccoli. Lo ha fatto anche con il palcoscenico di Varese, quello del Teatro Apollonio che – venerdì scorso – ha ospitato proprio lui: Giovanni Vernia, con “Essiamonoi”. Esordendo con la sua tipica ballata, accompagnata da musica elettronica assordante (“l’house”), l’icona del popolo notturno si è fermata al centro della scena e, con occhi sperduti, ha fissato la folla di gente davanti a lui . Dopo alcuni secondi di silenzio ha chiesto: “ma voi chi siete?”. Jonny ha pensato di essere in una discoteca e, incuriosito, ha iniziato un divertente e assolutamente improvvisato dialogo con il pubblico. Ha raccontato di sé, ha ricordato improbabili episodi passati, ha spiegato il suo fascino (tutto da dimostrare) con le donne e ha descritto le sue serate indimenticabili al “Gilez” (“Zelig” al contrario), la discoteca “spettacolo” dove divertirsi fino al mattino. Tutte le frasi celebri del personaggio si sono susseguite a raffica: da “fratello ti stimo” a “nooo, disastro”. Nessuna volgarità, solo un centrifugato di umorismo e stravaganza che sa coinvolgere proprio tutti. Bambini, genitori, adolescenti e perfino nonni.

 

GIOVANNIL’altra faccia della medaglia – Jonny, si sa, è apprezzato dal pubblico. Ma a calcare il palcoscenico varesino non era solo. Ad accompagnarlo, il fratello Giovanni. Il suo opposto. Un ragazzo posato e ben vestito, che preferisce vivere il giorno alla notte, che ha studiato e che non ha “buttato il suo tempo” come Jonny – di cui rimprovera scelte e stile di vita. Il serio Giovanni racconta del suo lavoro in una società americana, di una sua vacanza a Cuba e della sua esperienza milanese. Con realismo pungente, l’intellettuale traccia il profilo di un’Italia che cambia identità, in ogni sua regione. Analizza il tipico atteggiamento dei partenopei all’estero e come gli stranieri si comportino con loro. Una descrizione veloce ma precisa, divertente ma reale di stereotipi consolidati. Una riflessione attenta di tutto ciò che viviamo in una quotidianità frenetica e sempre più tecnologica.

 

Il giorno e la notte – Jonny e Giovani, il bianco e il nero. Un susseguirsi di episodi esilaranti che raccontano due opposti stili di vita e che inducono, inesorabilmente, il pubblico a chiedersi chi dei due rappresenti al meglio i giovani di oggi. Il discotecaro che non riesce a fare a meno di lampade abbronzanti e occhiali all’ultimo grido o l’impeccabile manager che ambisce al successo e al denaro? Difficile scegliere. Di certo lo spettacolo comico impone un’estremizzazione di ogni modello e, in “Essiamonoi”, questo eccedere si nota. A noi piace pensare che il ragazzo moderno sia a metà strada tra Jonny e Giovanni: che ami divertirsi ma che sappia anche contenersi, riconoscendo i suoi limiti. Che sogni una posizione di prestigio ma che sia consapevole dei sacrifici necessari per potersela guadagnare. Un Jovanny, chiamiamolo così, equilibrato e non per forza inaffidabile.

 

Il coinvolgente finale – In perfetta armonia con tutto lo spettacolo, Giovanni Vernia ha chiuso la serata coinvolgendo il pubblico. Lo ha fatto dividendolo in 4 gruppi che, tra passi di danza strampalati e movimenti da discoteca, hanno ballato con lui “uno spettacolo di musica”. Ovviamente house.

 

L’amato Jonny Grove e lo sconosciuto fratello Giovanni Vernia hanno calcato il palcoscenico della Città Giardino lo scorso fine settimana. Due personaggi tanto diversi quanto simili, poiché entrambi eccessivi ed estremi. Una serata che ha saputo definire il profilo dell’adolescente medio, quello un po’ Jonny e un po’ Giovanni.