il corredo della tomba di Via RisorgimentoIl corredo della tomba di Via Risorgimento

L'archeologia dei piccoli centri – Oggiona Santo Stefano, piccolo paese del Seprio, proprio in questi giorni, secondo un rito di ancestrale memoria, si prepara bruciare la Gioebia, simbolo delle forze negative dell'inverno. A questa tradizione si affianca il contributo dell'archeologia. Le costanti ricerche archeologiche hanno permesso di attestare una frequentazione dell'area già dal XIII sec.a.C., ad opera di popolazioni di provenienza nord-europea. Le testimonianze si fanno più frequenti a partire dall'età celtica, e in epoca romana la zona gravitante sul torrente Arno era caratterizzata da piccoli villaggi (pagi) e da centri di produzione agricola. La strada Comum -Novaria senza dubbio diede impulso allo sviluppo dell'area.

La tomba di Via Risorgimento – Uno dei ritrovamenti più significativi è la tomba recuperata nel 1988 in via

Chiesa di san VittoreLa Chiesa di san Vittore

Risorgimento, che probabilmente faceva parte di una vasta necropoli. Si tratta di una sepoltura alla cappuccina, cioè con i tegoloni disposti a formare una copertura a doppio spiovente, una tipologia tombale che si diffonde nel tardo impero romano, ben testimoniata in Lombardia. Vi era sepolto un uomo, le cui ossa non si sono conservate, causa la forte acidità del terreno. È stato recuperato e restaurato il corredo, molto semplice, formato da vasi in ceramica e oggetti in metallo, fra cui i chiodini della suola delle scarpe del defunto. La datazione proposta per la tomba è il IV secolo d.C.: in quel periodo prese avvio la cristianizzazione delle campagne e la chiesa di S.Vittore, sebbene sia citata nei testi dal XIII secolo, per la sua dedicazione e per la struttura architettonica potrebbe riferirsi proprio agli albori della cristianità.

Chiesa di Santa Maria Annunciata al Castello, tratto delle muraChiesa di Santa Maria Annunciata al Castello,
tratto delle mura più antiche

Il castello – Durante il periodo tardo antico e medievale, nel Seprio si assiste alla comparsa di numerose fortificazioni, nate allo scopo di controllare le strade e difendersi dalle invasioni d'Oltralpe. Anche ad Oggiona sorse un castello, oggi non più esistente, ma ancora "rintracciabile" nella struttura del centro storico del paese, posto sulla cima di un colle, che domina la valle del torrente Arno. In questo caso gli scavi della chiesa di Santa Maria Annunciata al Castello hanno evidenziato la presenza di un muro pertinente a una torre di controllo databile fra V e VI secolo d.C. Si può supporre quindi una linea difensiva che passando per Solbiate Arno e Jerago giungesse fino a Castelseprio.

La storia in un libro – Un bel volume "Oggiona Santo Stefano. Una comunità del Seprio nella storia", curato dal prof. Ghiringhelli, è stato pubblicato per iniziativa del Comune nel 2004. Quasi quattrocento pagine che spaziano dall'epoca preistorica fino ai giorni nostri, che parlano di arte, architettura, archeologia, che raccontano tutti gli aspetti della vita, quelli sociali, economici e religiosi. Impreziosiscono l'opera una ricca documentazione di archivio e un prezioso apparato iconografico.

Se si è attenti, le pietre parlano – Poetica e profetica questa frase del curatore del volume, Prof. Ghirighelli, e Oggiona Santo Stefano ne è una prova: le tracce, sebbene labili, del passato possono raccontare, i muri di una torre possono diventare cantastorie a affascinare il pubblico con storie di altri tempi, anzi no, con storie dei nostri tempi.