Una foto di Giordano MorgantiUna foto di Giordano Morganti

Non solo Jean Rustin, ma anche l'opera di tre artisti italiani che del disagio espresso dai quadri del francese si fanno a loro volta interpreti e vettori. Il curatore Daniele Astrologo li ha scelti proprio per un controcanto specifico, per creare un tessuto connettivo che dalla pittura intrisa di rimandi alti di Rustin si allargasse alle sensibilità di generazioni più recenti. "Soglie di un orizzonte", il titolo dato a questa ventina di opere che indagano ed ulteriormente esplorano il tracciato di dolore percorso da Rustin

Il fotografo milanese Giordano Morganti, classe 1956, nato professionalmente sulla pagine di Vogue Italia con una lavoro sulle "diversitudini" e che da allora non ha più abbandonato arrivando quasi ad identificarsi con i senza tetto, i tossicodipendenti, gli afflitti da disagi psichici, dà testimonianza del suo fedele, coerente impegno con immagini realizzate all'interno della realtà di tale disagio.

Persone città , N. VillaPersone città , N. Villa

Il lecchese Nicola Villa, classe 1976, il più giovane dei tre, pittore, di recente presentato dalla Galleria Montrasio Arte di Milano con una mostra curata da Stefano Crespi, con una pittura focalizzata sull'alienazione e sulle sgrammaticature architettoniche ed esistenziali delle periferie urbane.

La varesina Chiara Ricardi, classe 1969, con le sue note sculture "sonanti", veri e propri giardini scabri, minacciosi talvolta rispetto all'esterno e per questo a loro volta passibili di imprenetrabilità, di chiusura, di protezione.

Un'opera delle sue, Antropologo, Ricardi l'ha regalerà a fine mostra al Museo Bodini esaudendo la volontà del direttore di ripensare ad un nuovo arricchimento delle collezioni permanenti.

Antropologo, C. RicardiAntropologo, C. Ricardi

"Una sorta di dialogo – spiega Astrologo – tra le opere senza speranza di Rustin e quelle ugualmente senza speranza degli altri tre artisti. Una uguale sensazione di alienazione, di impossibilità di via di fuga, se non effimera".

Ecco perché l'opera Antropologo di Chiara Ricardi, che verrà donata al Museo a fine mostra, rimane isolata. Sarà infatti "suonata" da Pietro Pirelli in una serata apposta durante la Settimana della Cultura, a maggio. Una alienazione che effimeramente trova una sbocco nel rimando misterioso di un ferro che risuona.

Soglie di un orizzonte
Giordano Morganti, Chiara Ricardi, Nicola Villa
Museo Civico Floriano Bodini – via Marsala 11
14 aprile – 10 maggio 2007
orari: venerdì, sabato, domenica 10.30-12.30/15-18.30
ingresso: € 4 intero; € 2 ridotto.