Un'opera della BrancaUn'opera della Branca

Nuove vie per Laura Branca – Dieci nuove opere colmano lo spazio dello studio della scultrice mercallese, sono i segnavia di un cammino in avanti nella sua ricerca creativa, che resta dentro il sentiero d'alta quota della volontà di dare leggerezza a ciò che leggero non è: marmo e granito innanzitutto. Come un'arrampicatrice la sua arte si adegua allo studio dei materiali, alla ricerca di sensazioni fisiche, che gioca sul rapporto statico tra peso e forza di gravità. Quel concetto così fine di equilibrio che, all'interno della scultura come dell'arte dell'arrampicata, rappresenta uno dei fondamentali estetici. Basilare è anche la giunzione tra materiali diversi – uniti dal contatto e non dall'incastro – con una sensazione netta e tattile della precarietà dell'appoggio. Statue costruite con risorse che provengono da diverse tradizioni temporali e storie esistenziali: da una parte gli oggetti trovati, buttati a terra con un gesto maldestramente consapevole – come i rifiuti – o raccolti da terra, con un gesto dichiaratamente poetico, sul confine della spiaggia – come i legni – rintracciati al bordo del lago. E dall'altra, a fare da contrasto, l'antropologica nobiltà del marmo e la primitiva plasticità della terracotta.

Partic. di un'operaPartic. di un'opera

Volere volare – "Sto continuando la mia ricerca che vuole fare incontrare materiali diversi" racconta Laura Branca, "in queste ultime sculture sono ritornata a lavorare il marmo e il granito, ad abbinarlo a materiali quali l'acciaio o il ferro, che fanno da supporto ma che diventano anche parte integrante dell'opera, cerco di rendere questo materiale pesante volatile, per portarlo in alto, dargli questo significato". La scultura della Branca insiste su un finissimo rapporto di contatti e di sensazioni tattili, ma si sposta anche in una direzione elegantemente estetica, giocata sul colore. Le opere, infine, ambiscono all'esperienza: si costruiscono girandoci intorno, fino a trovare il giusto punto di vista che faccia collimare l'apparenza materiale con la metafisica delle idee, che imponga una coscienza sensoriale dell'opera a chi aspetta, con pazienza, una rivelazione.

Un'altra operaUn'altra opera

Sentire leggero – Non sono sensazioni forti quelle trasmesse da Laura Branca, non c'è la totemica pesantezza di scultori monumentali come un Sangregorio o i due Pomodoro, ma c'è la fragilità di un equilibrio come la scintilla che scatta tra due punte. Il marmo è oggi il nuovo campo d'indagine della Branca, un materiale che è dato da sempre e che va costruito in levare. Questo non esclude il gesto violento, una rinnovata energia che imprime alle forme la dimensione desiderata dall'artefice. Su questa via si muove oggi la scultrice: dentro la sua energia vitale, nella sua forza di volontà, imprimendo, in una lenta e concreta arrampicata, la leggiadria del suo sentire all'ottusità sempre illuminante della materia.