La Scuola deve insegnare ai giovani cos’è la Bellezza”. E’ uno dei compiti importanti del nostro Sistema dell’Istruzione, che dev’essere assunto con grande consapevolezza e anche con orgoglio. Lo sottolinea Claudio Merletti, dirigente amministrativo dell’Ufficio scolastico Territoriale di Varese e dirigente reggente dell’UST di Como e di Monza e Brianza.

Per parlare d’Arte rispetto alla scuola dovremmo considerare i differenti linguaggi usati per affrontare le diverse espressioni. Il nostro territorio è un universo di storia dell’arte viva, è ricchissimo di elementi artistici sia antichi, sia moderni: si va dalla Civiltà di Golasecca a tutti i suoi sviluppi, dove è sempre centrale la testimonianza delle rappresentazioni artistiche connesse alla storia complessiva, a quella religiosa e all’analisi del senso della vita. Le varie generazioni si sono espresse in modi sempre nuovi, fino ad arrivare al Maga di Gallarate, dove la sedimentazione di una serie di opere del design italiano e pittoriche è di una rilevanza assoluta”.

Per la nostra Scuola il grande libro di testo dell’Arte è, prima di tutto, un libro vivo, concreto, legato al nostro ambiente. Il Sacro Monte è il centro, l’ombelico, di questo tipo di ragionamento ed è qui, utilizzabile, a portata di mano”.

VALENZA DEL TERRITORIO E DEL ‘MADE IN ITALY’

Un primo elemento, quindi, è: apparteniamo al nostro territorio e alla sua storia. La Scuola non può che essere un rifornitore d’identità e di attenzione, di utilizzo di presa di possesso materiale, percettiva e fisica di questo territorio. Ritengo che moltissime scuole lavorino in questa direzione. Negli ultimi decenni si è forse un po’ persa un’abitudine antica del sistema dell’istruzione italiana, cioè quella di muoversi nei nostri paesi, nelle nostre città, sul nostro territorio. E’ come se, in questa civiltà virtuale, mancasse la percezione dell’importanza di una realtà fisica che dovrebbe riprendere consistenza in quanto fase non eludibile. Bisognerebbe tornare sul territorio: assaggiarlo, fruirne, cibarsene”.

Un secondo elemento, più generale, è l’enormità della nostra Storia. Il “made in Italy” non è una casuale successione di personaggi geniali. La stessa qualità e capacità di rappresentazione di abiti, piuttosto che di modelli automobilistici, o di elementi di arredo e quant’altro, prende il via da motori storici rilevanti. Nasce dal Rinascimento, dalla ricostruzione di una Visione del Mondo che ha saputo rimettere insieme i nostri valori e le nostre tradizioni giudaico-cristiane e una capacità assoluta, unica di configurazioni in termini nuovi: architettonici, pittorici, scultorei. Basti pensare all’opera di artisti come Michelangelo, Leonardo, Raffaello …”.

Sono le nostre importanti radici, che ci permettono di muoverci con consapevolezza nel mondo del mercato e della comunicazione. Ci danno la possibilità e l’obbligo di attingere a queste lezioni enormi che sono nel nostro DNA, sono nella nostra cultura, piuttosto che nel nostro territorio”.

Se manca questa consapevolezza non andiamo da nessuna parte. E’ un elemento espressamente previsto entro l’articolazione dei nostri curricula; credo vada giocato sull’estensione orizzontale dell’intero fronte della nostra formazione. Non riguarda solo i licei artistici, riguarda tutti: licei e istituti tecnici e professionali. Il Bello e la Bellezza come dimensioni irrinunciabili di una visione della vita e del lavoro”.

NUOVI OBIETTIVI FOTMATIVI ARTISTICI

In questo periodo la scuola sta attivando due Poli della Creatività e dell’Arte – spiega il dirigente Merletti – che sono collocati uno presso gli Istituti Comprensivi Maino e Dante, con la dirigenza di Daniele Chiffi, per la Zona Sud delle scuole, e uno presso l’IC Dante di Varese di Mariarosa Rossi per la Zona Nord.

Si tratta di uno strumento che non è stato ancora formalizzato, ma che stiamo animando e costruendo proprio su delega dei dirigenti, quindi con una consegna diretta di guardare a tutte le attività artistiche già in movimento e ai possibili raccordi con le centrali più specialistiche, come i due Licei Musicali Malpiero e Manzoni di Varese o il Liceo Coreutico Bausch di Busto Arsizio e i Licei Artistici. Si potranno così scambiare comunicazioni, informazioni e anche formazione rispetto ai docenti, dove chi più specializzato aiuta il sistema nel suo insieme.

Uno degli elementi su cui si sta ragionando è quello della ricollocazione dell’Orchestra Giovanile Studentesca, quella che una decina di anni fa fu all’origine di un percorso meritorio. Ora che ci sono i due Licei Musicali l’idea dell’orchestra va ripensata nella logica di portare creatività attiva in particolare nelle scuole del primo ciclo. Oggi abbiamo tredici scuole con indirizzo musicale – conclude con orgoglio Merletti – solo qualche anno fa erano due. E’ importante, purché questo percorso non venga inteso come specializzante, ma come Formazione al Bello”.

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Chiara Ambrosioni