Liliana Bianchi - ph. A. BortoluzziLiliana Bianchi – ph. A. Bortoluzzi

Raccoglimento e commozione – Martedì 9 dicembre, Gallarate ha salutato per l'ultima volta Liliana Bianchi, figura conosciuta per il fondamentale contributo artistico e didattico che ha lasciato alla sua città natale.
I gallaratesi hanno partecipato con grande affetto al dolore composto dei figli Emma, Angelo, Giulio, della nipotina Camilla e di tutti i cari che le sono stati sempre vicini, vivendo la sua scomparsa come una grande perdita che segnerà un vuoto incolmabile.
Le parole profonde che il parroco di Cascinetta, don Carlo, ha utilizzato per ritrarre Liliana e le note intense di Ennio Morricone che hanno accompagnato la Comunione, hanno contribuito a fare dell'ultimo saluto all'artista un momento di grande raccoglimento e commozione.
Don Carlo, vicino fino all'ultimo a Liliana Bianchi, ha ricordato l'artista gallaratese sottolineando quel particolare trasporto per l'arte che caratterizzava tutte le sue attività e l'intera sua esistenza, una vita colorata proprio come uno dei suoi quadri.

Artista – Diplomatasi all'Accademia di Belle Arti di Brera, Liliana Bianchi ha elaborato negli anni uno stile espressivo personale: attraverso colori esplosivi, sinfonie cromatiche e forme sintentiche, l'artista gallaratese riusciva a conferire ai soggetti paesaggistici, così come alle opere prive di riferimenti realistici, una liricità acuta, un tono poetico carico di emozioni e sentimenti.
Nessuna retorica, ma grande immediatezza guidavano la mano veloce di Liliana, che amava servirsi della tecnica artistica del guazzo, adatta a rendere sulla tela ispirazioni fulminee, sentimenti istantanei, spesso scaturiti dal contatto con la natura e dall'attenta osservazione della realtà circostante.
Le opere di Liliana sono state esposte in più di 250 mostre collettive per rassegne, concorsi, premi di livello cittadino, provinciale, regionale, nazionale e internazionale; alcune sue opere, si trovano all'estero, al Museo Español de Arte Contemporaneo di Madrid, al Moderna Museet di Stoccolma e al Musée d'Art Moderne di Parigi.

Insegnante – Accanto all'attività artistica, Liliana Bianchi ha svolto anche un ruolo significativo nella didattica dell'arte: per molti anni è stata titolare della cattedra di Disegno e Storia dell'Arte presso il Liceo Scientifico di Gallarate, dal 1988 è stata responsabile e docente del laboratorio Arti Visive dell'Università del Melo e ha collaborato come volontaria nel dipartimento di didattica con la Civica Galleria d'Arte Moderna di Gallarate, partecipando anche, come guida instancabile, alle numerose gite a musei e gallerie, organizzate dalla Gam.

L. Bianchi, Cielo che precipitaL. Bianchi, Cielo che precipita

Promotrice d'arte – Non si può parlare della vita di Liliana Bianchi senza fare un cenno a suo marito, l'indimenticabile Silvio Zanella, compagno di vita e di lavoro, con il quale ha condiviso, fin da giovane, l'amore per l'arte e con cui ha visto nascere e crescere, insieme ai tre figli, il Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate.
Nella sua attività di promozione dell'arte, va inoltre aggiunto il suo lavoro presso la Galleria d'Arte Angelo Bianchi di Gallarate, che Liliana condusse per quindici anni.

Una vita a colori – "La grandezza di un artista si misura dalla sua capacità di esprimere, attraverso le sue opere, la bellezza del mondo", ha affermato don Carlo durante la predica. Alla luce dell'intensa esistenza vissuta da Liliana Bianchi, "la grandezza di quest'artista", ha continuato don Carlo, "risiedeva nel saper estrarre dalla crosta della terra la bellezza più profonda" e nel sentito altruismo che la portava a trasmettere con entusiasmo e passione quello che i suoi occhi e la sua mente riuscivano a cogliere.
L'amore inestimabile per l'arte, la passione per il suo lavoro hanno arricchito la vita di Liliana e l'esistenza di chi le è stato accanto.
Una vita piena, appassionata e vissuta fino in fondo, una vita colorata com' è stata quella di Liliana Bianchi può e deve dare speranza ad un mondo, il nostro mondo, talvolta superficiale e vuoto e troppo spesso, in bianco e nero.