Flaminio Gualdoni, curatore della mostraFlaminio Gualdoni, curatore della mostra

Radicare gli appuntamenti dedicati alla scultura nella Provincia di Varese. È questa la principale intenzione di Flaminio Gualdoni, curatore della mostra di Giò Pomodoro, allestita a Villa Recalcati fino a fine agosto. "Se la mostra si concludesse con un bel catalogo e un certo numero di visitatori, non potrei certo dirmi soddisfatto – commenta Gualdoni. Quello che mi interessa è che Varese torni a pensare e a parlare di scultura. Questa prestigiosa tradizione artistica ha viaggiato per secoli al di qua e al di là del confine partendo dai cosiddetti "scultori senza arte", i picasass come vengono chiamati dalle nostre parti. Poi è stata la volta di una lunga dinastia di autori che ci hanno lasciato pregevoli pezzi d'arte come il fonte battesimale nel Battistero di Varese. Venendo a tempi più recenti, il territorio prealpino ha visto nascere e venir attratti tanti maestri che quì hanno trovato la giusta ispirazione".

La triennale in città – "È bello vedere che la città di Varese torna a riscoprire questi grandi autori con un programma triennale che porterà all'acquisizione permanente di un'antologia di opere". Il commento arriva da Antonietta Ferraris, compagna del grande maestro e responsabile dell'Archivio di Giò Pomodoro. "Dopo le storiche esposizioni internazionali del 1949 e del 1953, questa Provincia sceglie di proseguire nella valorizzazione artistica legata al territorio con la creazione di una permanente a cielo aperto".

Giò Pomodoro, Giancarlo Sangregorio, Vittorio Tavernari, Carlo Zauli e Nino Cassani. Sono questi i nomi del grande progetto "Scultori a Villa Recalcati" che vedrà esposti, nella sede della provincia, capolavori di artisti di primo piano. Per il 2010 il parco della storica dimora presenta una serie di sculture di grandi dimensioni che documentano la produzione di Giò Pomodoro dai suoi

Giò Pomodoro a Villa RecalcatiGiò Pomodoro a Villa Recalcati

primi anni, Coesistenza III, 1958, Grande Ghibellina, 1965, Colloquio col figlio, 1975, e Sole Deposto, 1982. Ma dai giardini settecenteschi, il rimando passa subito fuori dai confini comunali, richiamando le due straordinarie sculture che l'autore di origine marchigiana ha lasciato in suolo prealpino: la "Spirale" per l'aeroporto di Malpensa e "Il Luogo dei quattro punti cardinali" nel parco pubblico di Taino.

Proprio a Taino, in contemporanea con la grande mostra di Villa Recalcati, il Centro dell'Olmo ospiterà un'antologica curata da Flaminio Gualdoni che illustra le varie fasi relative alla creazione di questa imponente piazza-scultura, attraverso disegni originali e fotografie di Berengo Gardin, modellini in gesso e in bronzo. In abbinamento a ciò è prevista una sezione in cui sono presentati per la prima volta i libri d'artista firmati da Giò Pomodoro. Ma "il rimando centrifugo" prosegue nei musei del territorio dedicati alla scultura. Il Museo Butti, insieme al Museo Vela di Ligornetto e al Museo Pellini Bozzolo di Marchirolo ci restituiscono tutto lo spessore artistico della tradizione scultorea locale.
Un'opportunità che pare risvegliare dalle viscere un carattere artistico specifico e di inestimabile valore. Forse l'unica strada per radicare vere esperienze d'arte a Varese.

Giò Pomodoro
a cura di Flaminio Gualdoni
Varese, Villa Recalcati
Fino al 29 agosto 2010
Da martedì a domenica, orari di apertura 10.30 / 19.30
ingresso libero
www.scultoriavillarecalcati.it
Catalogo a cura di Flamio Gualdoni
Fotografie originali: Erio Forli, Giorgio Lotti, Paolo Vandrasch
Il progetto di comunicazione è a cura di Sara Frattini.