La Gallarate sotterranea custodisce il futuro di Piazza Garibaldi. Un labirinto di scale, porte antigas e tunnel svelano un volto di Palazzo Minoletti che in pochi conoscono.
La casa del Fascio, progettata nel 1939 dall’architetto Giulio Minoletti e completata nel 1940, diventò subito sede del Partito Nazionale Fascista, della Gioventù Italiana del Littorio, del Fascio Femminile, delle Associazioni sportive e di quelle dell’Arma.
Nel piano interrato Mussolini richiese la realizzazione di un rifugio antiaereo, mantenuto intatto anche dopo la guerra, quando l’edificio diventò sede dell’Agenzia delle Entrate. E lo rimase fino agli anni Ottanta, quando venne chiuso definitivamente.
Quel rifugio rappresenta ancora oggi una preziosità dell’edificio, insieme alle ampie scale – alle ampie finestre – alla terrazza, da cui ammirare il cuore pulsante della Città.

E oggi, mentre l’amministrazione comunale, progetta il futuro del Palazzo, promettendo di ridonargli vita e dignità, è impossibile non tornare alle sue origini. Scorgendo i frammenti del grande affresco rinascimentale realizzato da Bernardino Luini per essere baciato dalla luce delle grandi vetrate; rivivendo l’atmosfera di un’Italia in bianco e nero, ormai lontana. Quella del latte razionato – della borsa nera – dei bombardamenti – della paura. Ma anche della speranza.


Una storia che merita di non essere mai dimenticata.
E che – indipendentemente dal futuro dell’edificio – continuerà a raccontarsi, mantenendo il ricordo di una Gallarate sopravvissuta alla Guerra, e sempre pronta a guardare al futuro.

Debora Banfi