Giulio Paolini, MimesiGiulio Paolini, Mimesi

Senza rinunciare alla riflessione – È fuori di dubbio uno dei temi iconografici fondanti dell'arte occidentale: il volto. L'esposizione "Guardami. Il volto e lo sguardo nell'arte 1969-2009" getta un focus, attraverso più di 80 opere, sul tema del volto, dell'identità e dell'autorappresentazione. Un'antologia artistica che raccoglie il meglio della ricerca internazionale degli ultimi quarant'anni con opere provenienti da Musei, Fondazioni, gallerie e collezionisti di tutta Europa. Un'iniziativa che, oltre agli innegabili ed altissimi meriti artistici, possiede un surplus di riflessione filosofica e sociale.

Non essere un falco – La crisi contemporanea del

Andy Warhol, Baroness De Walden (Society Portrait), 1973Andy Warhol, Baroness De Walden
(Society Portrait), 1973

soggetto, ormai definitivamente minato nella sua unità e centralità, mette in gioco la possibilità stessa di avere o meno un volto. Ciononostante, nelle ricerche degli artisti contemporanei, il volto e le sue trasformazioni restano una tematica privilegiata, che trova espressione in diverse strategie di (auto)rappresentazione, in altri modi di riflettersi in uno o più volti. La mostra allestita al Museo Cantonale di Lugano si divide in quattro sezioni, articolate secondo le diverse traiettorie dello sguardo del soggetto. "Nel volto" è il primo step del percorso: lo sguardo può direzionarsi secondo diverse modalità: assorto, sovrappensiero, immerso in se stesso. Lo sguardo non è la retina. I falconi vedono meglio di noi, ma non hanno sguardo. Solo l'Uomo può rivelarsi all'altro, dando voce alla propria intimità, oltreché al proprio pensiero. Il soggetto, insomma, abita il reale secondo diverse modalità che lo proiettano in una complessa rete di relazioni. Allo stesso modo che nella romantica canzone "la vie en rose" (la vita è rosa se il tuo sguardo è rosa), l'occhio del soggetto getta una luce (o una tenebra) sulla realtà che non può che rispondere a tono.

Allo specchio – La seconda sezione della mostra è dedicata all'Autoritratto: lo sguardo dell'artista si orienta su di sé, sulla propria personalità di autore, di artefice dell'opera, oppure indaga la questione dell'identità di tipo sociale, generazionale o culturale (artista-vate, artista-maledetto, interprete del potere). "Lo sguardo negato" è la tenebra: lo sguardo smarrisce la propria centralità, si eclissa, si nega, si assenta o si maschera. Gli occhi si velano o si accecano, non resta alcuna traccia di plausibili traiettorie dello sguardo. Chiude la mostra l'ultima sezione "Nel tempo": l'occhio registra e rivela il trascorrere del tempo individuale e collettivo; conserva immagini, archivia ricordi.

Un'opera di Giuseppe PenoneUn'opera di Giuseppe Penone

Questione di sguardi – I nomi degli autori in mostra rappresentano le vette della ricerca sul significato e sull'enigma del volto: Bill Viola, Andy Warhol, Urs Lüthi, Mario Merz, Liliana Moro, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Marina Abramovic-Ulay, Tony Cragg. Una riflessione sul soggetto oggi si confronta necessariamente, sul piano artistico, con la decostruzione del volto che si fraziona, si vela, si deforma, si cancella, opponendo resistenza ad ogni forma di identità univoca. Al fine di circoscrivere l'ambito di indagine, di per sé sconfinato, il "volto" viene inteso nella rassegna di Lugano non tanto come "ritratto", quanto piuttosto come "inter-faccia" tra sé e gli altri (oltre che tra sé e sé). Il volto dunque è considerato nel suo carattere generale, come luogo della possibilità/impossibilità dell'instaurarsi di relazioni tra soggetti. Così ogni volto implica la messa in gioco dello sguardo che può o vuole orientarsi verso il mondo esterno (l'altro/l'osservatore). Lo dicevano anche gli antichi: l'occhio è specchio dell'anima.

"Guardami. Il volto e lo sguardo nell'arte 1969-2009"
Museo Cantonale d'Arte
, Via Canova 10, Lugano
Fino al 21 febbraio 2010
Orari: martedì, 14:00 – 17:00; mercoledì – domenica, 10:00 – 17:00