A.Frattini, ResurrezioneA.Frattini, Resurrezione

Nel Tacco d'Italia – Così scriveva Guido Piovene: "Il Salento è una terra di miraggi, ventosa; è fantastico, è pieno di dolcezza; resta nel mio ricordo più come un viaggio immaginario che come un viaggio vero". Chi si trovasse in vacanza nell'assolato lembo della penisola salentina potrà approfittarne per una visita. Stiamo parlando del Museo Mele situato nel Santuario Santa Maria de Finibus Terrae a Santa Maria di Leuca (Castrignano del Capo – Lecce) e nato per volere dello scultore Vito Mele, appassionato collezionista d'arte originario di Presicce e trasferitosi, negli anni '60 a Garbagnate Milanese. Il percorso museale, che ha visto la luce negli ambienti attigui alla Basilica restaurati in occasione del Giubileo del 2000, offre ai visitatori un'antologia, selezionata e d'altissimo valore, dell'arte scultorea nazionale ed internazionale dalla fine dell'Ottocento ai giorni nostri.

Eros Pellini, AngeliEros Pellini, Angeli

I luoghi e la storia – Nato dalla cospicua donazione di opere d'arte di Vito Mele e dal lungimirante mecenatismo del Rettore della Basilica di Santa Maria di Leuca, il Museo è stato inaugurato nel luglio del 2004 ed è situato in una struttura destinata ad arricchirsi nel tempo e capace di convogliare studiosi, critici d'arte e nuovi visitatori. Gli spazi della raccolta custodiscono, infatti, una collezione (più di 100 pezzi) in cui l'accostamento di artisti provenienti da territori ed esperienze distanti, si traduce in un dialogo continuo tra tradizione e contemporaneità, tra laicità e sacralità che arricchisce la lettura del percorso espositivo. Una collezione, soprattutto, priva di fissità e steccati, pensata per ampliarsi con una sezione dedicata alla pittura.

Glorie della scultura – Nel Museo Mele si trovano esposti capolavori firmati dai più noti maestri del XIX e XX secolo, da Vincenzo Gemito a Medardo Rosso, da Kengiro Azuma ad Alik Cavaliere. E con un pizzico di genuino campanilismo siamo lieti di trovare tanti nomi "familiari" e opere di maestri della regione prealpina. La città di Varese e il suo immediato territorio circostante sono infatti i luoghi che fanno da sfondo all'avventura artistica e umana di Giuseppe Grandi, Vincenzo Vela

F.Bodini, Monumento ai caduti, opera graficaF.Bodini, Monumento ai caduti,
opera grafica

(celebre autore dell'altorilievo 'Le vittime del lavoro', vero e proprio pendant del dipinto Quarto Stato di Pellizza da Volpedo), Floriano Bodini (nato a Gemonio nel 1933), Vitaliano Marchini (nato nel 1888 a Melegnano, realizza nel 1918, per la chiesa di S. Ambrogio in Varese, una scultura per il portale di ingresso), Angelo e Vittore FrattiniEugenio ed Eros Pellini, Oreste Quattrini (artista e docente di scultura al Liceo Artistico Statale di Varese), Albino Reggiori (pittore, ceramista e incisore, nato nel 1933 a Laveno Mombello), Giancarlo Sangregorio, Marco Zanzottera (artista e titolare della cattedra di figura e ornato modellato presso il Liceo Artistico Statale Frattini di Varese) e Marcello Morandini.

L'emergenza culturale – Un museo che renda fruibili, ad un vasto pubblico, opere d'arte di vario genere è sempre un dono che si fa alla cultura e che aiuta a scoprire le ricchezze di un popolo e di una terra. Monsignor Stendardo, Rettore e Parroco della Basilica di S. Maria de Finibus Terrae, ha dichiarato, di recente, parole che ci paiono quanto mai importanti e degne di nota: "Io sono più che mai convinto che ogni Santuario (…) debba avere, oltre allo spazio dedicato al culto, al raccoglimento, alla preghiera e all'esercizio della carità, anche un'area dedicata all'ossequio dell'arte e della bellezza, cui avvicinarci con gioia ma, anche, con batticuore e rispetto. Perché la bellezza è sempre apparizione e quindi struggimento, è desiderio di fermare il tempo per sostare, guardando qualcosa di grandioso che ci sfugge".