Prof. Enrico Crispolti, Daniele Astrologo e Bambi LazzatiProf. Enrico Crispolti, Daniele Astrologo
e Bambi Lazzati

Classe 1933 – Uno degli elementi in comune tra Enrico Crispolti e Floriano Bodini. Il primo storico e critico dell'arte è stato chiamato a parlare dello scultore di Gemonio, in un incontro conferenza tenutosi a Villa Panza e presentato da Daniele Astrologo, direttore del Museo dell'artista. La serata era uno degli appuntamenti organizzati dall'Associazione Amici di Piero Chiara all'interno del Festival del Racconto 2010 dedicati al Racconto dell'Arte.

Studio indiretto – "Quello con Floriano Bodini è stato un dialogo a distanza, ho seguito e incrociato la sua opera durante le mie ricerche e i miei studi", dichiara Crispolti, che ricordiamo ha creato veri e propri manuali di storia dell'arte contemporanea legati a realtà artistiche quali il futurismo e l'informale e singole personalità, da Fontana a Baj. "Certamente nell'arte di Bodini scaturisce quello che per lui è stata la sua terra e le sue origini, come per Fontana si intuisce chiaramente il suo essere milanese, per Bodini la varesinità è molto sentita. Questo lo dimostra poi col tempo il suo Museo, ma negli anni la sua forma d'arte lo dimostra in più occasioni".

Un dialogo europeo – Inevitabile è stato un confronto con Innocente Salvini, vicino di casa di Floriano Bodini e anch'esso esponente particolare di un'arte tutta varesina: "Entrambi ancorati alle origini ma con evoluzioni differenti: un respiro internazionale ha segnato la carriera dello scultore, un rinchiudersi nella propria formazione e cercare nel piccolo la propria crescita ha segnato invece il pittore del mulino".

I due relatoriI due relatori

Scavalca Medardo Rosso – In Ritratto del padre (1965) recupera la tradizione plastica lombarda, da Grandi a Broggini, scavalcando in qualche maniera l'esperienza di Medardo Rosso che però conosceva. Testimone di questo è la presenza nella collezione dell'artista esposta al Museo di Gemonio di opere di questi maestri della scultura del secolo scorso.

Dall'espressionismo all'iconizzazione della figura – Un viaggio nell'arte bodiniana che prende avvio proprio da Ragazza madre, l'opera esposta a Varese per la prma volta al Castello di Masnago; un'opera del primo periodo, del 1957. "Sono gli anni in cui in Europa si afferma l'informale e i giovani si trovano in difficoltà sulle scelte di crescita personale. Un problema di come muoversi nella figurazione, tra il realismo eterogeneo di Guttuso, Mazzacurati, Alik Cavaliere, Augusto Perez a Napoli, il verismo di Dorsi. Bodini è vero, partecipa a quello che veniva definito Realismo Esistenziale, ma che preferisco denominare espressionismo: si slega dalla stilizzazione di Marino Marini e ne esce con l'elemento che lo distingue, la drammaticità. Il periodo artistico di questi giovani, Romagnoni, Guerreschi, Ferroni, ha contato proprio perchè è stato superato".

Crispolti e Astrologo in Galleria GhigginiCrispolti e Astrologo in Galleria Ghiggini

Una visione aperta e narrativa – "Nelle opere di Bodini si trova la tendenza a non chiudersi nella stilizzazione dell'immagine, come accade in Marino, ma l'apertura in una dimensione di discorsività. Le figure sono aperte e cercano il dialogo, come nel Monumento Sette di Gottinga di Hannover. Un gesto, uno sguardo, un movimento, una gestualità affabulatoria", spiega Crispolti, "non perdendo però di vista l'iconizzazione della figura che acquista così una forza incredibile". "Una gestualità affabulatoria che si ritrova nel Lamento sull'ucciso, opera simbolo posta al centro del cortile del Museo – sottolinea Daniele Astrologo – scultura che chiama il visitatore ad un dialogo stringente e marcato". "Gli anni Sessanta sono segnati da questa sorta di scultura narrativa, in cui la figura di articola ma non si frammenta", descrive il critico.

Come in pubblicità – "L'essere capace di trovare l'aspetto innovativo negli elementi e nei soggetti della tradizione, Bodini lo dimostra nelle colombe, come quelle esposte alla Galleria Ghiggini – ricorda Crispolti – vi sono esempi grafici di notevole interesse. Gli studi preparatori per la prima colomba accostata al Papa ora in Vaticano, sono semplici messaggi, diretti, come accade per il mondo pubblicitario". 

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