Tessuto contemporaneo – Annunciata da tempo, poi posticipata rispetto alla prevista apertura fissata per aprile, l'inaugurazione del nuovo spazio dedicato all'arte contemporanea a Brenta è fissata per sabato 3 maggio, in occasione della mostra I colori dell'estasi; terza tappa di un viaggio che promette di percorrere il tessuto multiforme dell'arte contemporanea attraverso i linguaggi a questa più consoni; pittura, ma non solo, la multimedialità, l'installazione, la performance, l'azione scenica intrecciate a squadernare una sinestesia composita

Per non mischiarsi
– Dovrebbe essere, proprio questa, la cifra del nuovo nuovo spazio; che sorge isolato e a suo modo anomalo. Frutto della 'visionarietà' di un privato, che viaggiando all'estero e in Italia per lavoro ha avuto modo di farsi una idea ben precisa di cosa realizzare. "Uno spazio libero, aperto, qualificato come operazione di recupero dell'esistente, soprattutto fuori da un contesto urbano, per non mischiarsi ad altre esperienze di questo tipo", specifica il proprietario Giuseppe Gestra. Esperienze similari, almeno in provincia di Varese, non è facile trovarne. Se non nella Fondazione Bandera di Busto Arsizio, uno stabilimento industriale recuperato all'arte con ambizioni da polo museale da grande metropoli; nella nuova Gam, che però muove da un progetto pubblico; o anche, nelle Officine Creative a Barasso, altro efficace esempio di riconversione di spazi ieri usati per la produzione della gomma oggi sede di atelier e spazio espositivo, senza tuttavia un preciso disegno di risistemazione.

Work in progress – Non è naif né improvvisato, invece il ThQu-Brentart, acronimo di Think Quijote utopia, che nasce senza un preciso riferimento ma che guarda con interesse al modello della Cable Factory di Helsinki, l'ex fabbrica di cavi elettrici di Helsinki che con i suoi 50.000 mq di superficie, rappresenta uno dei più grandi centri europei dedicato alle arti, alla cultura e alla creatività; così come alla Fondazione Arnaldo Pomodoro, ricavato dentro le monumentali dimensioni dell'ex Ansaldo a Milano. Di entrambi casi, interessa l'attenzione alla qualità del progetto di rifacimento di archeologia industriale, nel caso specifico firmato da Rossella Letizia Mombelli, e la forte vocazione non solo al perimetro espositivo ma all'idea stessa di work in progress, di laboratorio multidisciplinare.

I laboratori futuri – "Cosa vorrei che diventasse? Esattamente uno spazio di produzione di arte; che fosse vissuto da artisti in permanenza, che lo spazio espositivo si allargasse a laboratori non solo di arti visive in senso stretto, ma aperto a tutte le arti" confida ancora Gestra. Un progetto concretizzabile in un prossimo futuro,

La locandina della mostraLa locandina della mostra

quando è previsto l'ampliamento di altri spazi adiacenti. Fin qui, il disegno, concretizzatosi dopo una ricerca del posto adeguato durata qualche anno – una vecchia filanda ottocentesca – ha avuto la collaborazione degli enti amministrativi locali "contenti che un edificio in disuso da vent'anni fosse recuperato", e occorre dirlo a costo zero.

I colori dell'estasi è un progetto itinerante nato dall'incontro di Maria Cristina Madau, dedita al teatro, alle arti plastiche e alle arti visive e Jean-Marie Barotte, esperienze teatrali anche lui e di seguito la pittura. Il progetto si è allargato, coinvolgendo anche Franco Baccan, Marisa Bidese, Max Bottino, Clara Brasca, Giulio Calegari, Davide Dall'Osso, Dome Bulfaro, Giuliana Di Bennardo, Ferdinando Greco, Carlo Nonnis, Rosanna Rossi, William Xerra. Partito da Cagliari, transitato a Milano, e ora approdato in Valcuvia, il progetto si arricchisce di città in città di una nuova stanza, identificandosi di volta in volta in un colore diverso. A Brenta predominerà il giallo; e in giallo l'estasi verrà declinata.

I colori dell'estasi
ThQu-Brentart
Via Scarpin 2 Brenta (Va)
3 maggio – 8 giugno
inaugurazione sabato 3 maggio ore 19
a cura di Lorella Giudici
info: Fabbrica Arte onlus
fabbrica-arte@libero.it
3804368571