l'Annunciatal'Annunciata

Un capolavoro – Siamo giunti ormai alla quinta edizione di "Un Capolavoro per Milano" e quest'anno è ospite eccezionalmente del Museo Diocesano milanese un'opera definita dallo storico dell'arte Lucco "una delle massime espressioni della pittura europea di tutti i tempi". Si tratta dell'Annunciata di Antonello da Messina temporaneamente in prestito, grazie alla cortese collaborazione della Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis a Palermo e al desiderio iniziale del compianto Monsignor Luigi Crivelli, che l'ha fortemente voluta coinvolgendo, anche, l'assessore alla cultura, Vittorio Sgarbi, determinante, in questo caso, nel poterla avere a Milano.

L'immagine divina – Per alcune opere è difficile staccarsi dal luogo in cui sono esposte e pertanto, questa è una ragione in più per approfittare di questa occasione. Se fosse esposta tra numerose altre tele, quest'opera di Antonello attirerebbe la nostra attenzione, perché emergerebbe come una stella luminosa nella notte stellata. La delicatezza della luce che proviene dal volto e dalle mani della Vergine è tale, che tutto ciò che ci circonda perde consistenza e improvvisamente siamo spettatori di un evento che si à appena compiuto. La mano protesa nello spazio verso di noi suggerisce di fermarci a riflettere, con Lei, che assorta, si è fatta strumento della volontà di Dio.Forte è l'invito a fermarsi ed accorgersi del mistero che si sta compiendo ed Antonello straordinariamente è riuscito a renderlo presente, vivo, a chi guarda con attenzione, in silenzio, senza distrarsi.

Particolare dell'operaParticolare dell'opera

In solitudine – Le potenzialità del dipinto sono ancor più accentuate proprio dal suo isolamento rispetto alle altre opere del museo e ciò ne favorisce e valorizza la valenza altamente spirituale. E' tale la capacità comunicativa di ciò che l'artista ha dipinto, che anche il più alieno alla bellezza non può rimanerne indifferente. Ogni elemento: dal colore, alla forma, alla composizione, al contenuto, sono resi con assoluta essenzialità, che suscita in chi osserva un sentimento di calma, di serenità, di equilibrio, dal quale poi dispiace distaccarsi.

L'opera e il maestro – Dal punto di vista prettamente artistico Antonello è frutto del suo tempo. La tesi sostenuta da Paolo Biscottini, direttore del Museo Diocesano, sostiene che l'opera risalirebbe al 1476, dopo il viaggio a Venezia del pittore, ipotesi condivisibile, anche se, da studi recenti, la tempera ed olio su tavola risulta di un anno prima. Tra il 1475 e il 1476 Antonello fece un viaggio a Venezia, che lo arricchì stilisticamente, con quegli elementi di solenne monumentalità spaziale, di chiara derivazione belliniana del tutto innovativi rispetto alle opere precedenti. Inoltre, il dipinto rappresenta una novità assoluta anche dal punto di vista iconografico, perché fino allora nessun artista aveva focalizzato l'attenzione solo sulla figura della Madonna, canonicamente accompagnata, invece, dall'Angelo annunciante. Antonello non lo dipinge, ma suggerisce la sua presenza "essenzialmente" con quella pagina del libro sul leggio, che sta in bilico sospesa nell'aria. E' l'atmosfera limpida che avvolge la Vergine; è là, dove si posa lo sguardo di Maria; è la luce, che le accarezza il volto ovale e perfetto; è il gesto naturale di riservato pudore, che custodisce entro il mantello di lapislazzuli blu, il mistero. Nella mano che fende lo spazio sicura e che, dolcemente sembra ricevere la grazia ed elargire la benedizione di congedo istantaneo a quell'Angelo, visibile agli occhi di chi crede.

 

Museo Diocesano
Corso di Porta Ticinese, 95 Milano
Tel. 02 89420019
www.museodiocesano.it

dal 4 ottobre al 25 novembre, ore 10.00 – 18.00, escluso il lunedì. Sono previste aperture serali che saranno comunicate in seguito