La Chiesa di San RoccoLa Chiesa di San Rocco

Restauro necessario – L'evento tanto atteso, la riapertura della Chiesetta sul Sempione, è stato festeggiato a dovere in una giornata ricca di iniziative: l'apertura al pubblico è avvenuta al mattino, alle 10.30 ed è stata animata dalla presentazione dei lavori di restauro dell'edificio, da parte dell'architetto Giorgio Luini e dalla celebrazione eucaristica presieduta da Monsignor Franco Carnevali; nel pomeriggio è stato il vicario episcopale Monsignor Luigi Stucchi a concludere la giornata con la celebrazione dei Vespri.
Il restauro della Chiesa è dunque concluso: sono stati necessari 600 mila euro, ma, come ha spiegato Monsignor Carnevali, "restaurare questa chiesa ha significato restaurare un patrimonio, simbolo del ricordo della fede delle generazioni passate". Anche i ‘sanrocchini' hanno apprezzato la decisione del prevosto e, durante la presentazione dei lavori, hanno espresso il loro ringraziamento con una promessa: "Ci hanno riconsegnato con amore questa chiesa e noi la terremo con altrettanto amore".

Gli interventi spiegati dall'Architetto Luini
– "Se non fosse stata restaurata, sarebbe stata sicuramente da demolire entro pochi anni": con parole forti, ma necessarie, l'architetto Giorgio Luini ha spiegato ai gallaratesi l'importanza del restauro appena conclusosi, aprendo così la sua sintetica presentazione degli interventi effettuati per recuperare la bellezza della chiesa di San Rocco: insieme all'architetto Gasparoli, ai signori Meneghini, al Signor Aliverti e ad altre imprese, Luini ha intrapreso un restauro lungo e talvolta difficoltoso, ma che ha permesso di dare maggiore stabilità all'edificio e, nello stesso tempo, di fare scoperte interessanti. Sotto la patina grigia che copriva le pareti laterali della chiesa, per esempio, sono riemerse, sulle lesene, alcune decorazioni a quadrature e, grazie ad una delicata ripulitura, la Madonna del Melograno sull'altare, attribuita alla Scuola di Bernardino Luini, ha ritrovato la sua antica bellezza, offuscata da precedenti restauri invasivi. Anche le decorazioni del soffitto, i 4 Evangelisti, il pellicano e il rito dei cigni, hanno acquistato una nuova luce, anche se la loro ripulitura ha richiesto un lavoro arduo a causa di problemi di umidità. Grazie ai restauri risultano ora molto più luminosi anche i quadri appesi alle pareti laterali, risalenti al Seicento e forse realizzati dal celebre artista Giovanni Battista Cerano. Anche tutte le statue e, in particolare, il famoso "ciapin", il diavoletto presente sotto la statua di San Bernardino, così chiamato dai gallaratesi, sono state rimesse a nuovo.

L'Architetto LuiniL'Architetto Luini

Oltre le pitture – Accanto agli interventi di tipo decorativo, sono stati inoltre necessari dei lavori a livello strutturale: insieme a nuovi impianti è stato sostituito il tetto, precedentemente imbarcatosi; un nuovo pavimento, realizzato con un impasto simile a quello antico, è stato costruito 40 cm al di sopra della pavimentazione originaria, purtroppo impossibile da recuperare. Un esempio del pavimento originale è però visibile in sagrestia; è stato mantenuto intatto anche il gradino che conduce al sagrato. Gli architetti hanno inoltre deciso, per rendere più accessibile l'ingresso alla Chiesa, di costruire un passaggio lastricato, che ora corre intorno a tutto l'edificio, e di aprire una porta ulteriore nella parte retrostante.

Cenni storici
– Risale al XVI secolo, e precisamente al 1519, la realizzazione del corpo più antico della chiesa "Divo Rocho Dicatum"; fu proprio quell'anno, infatti, che Alberto Besutis fondò la scuola dei discepoli di Santa Maria che fissarono la sede in quello che un tempo era l'Oratorio di san Rocco. Da allora, la chiesetta subì numerosi cambiamenti: costruita sulla via franchigena come punto di sosta per i pellegrini diretti a Roma, la chiesetta fu per molto tempo trascurata; nel 1632 il livello dell'edificio venne alzato all'altezza attuale e, nel 1786, venne chiusa, per volere dell'imperatore Giuseppe d'Austria e riaperta dal fratello Leopoldo. I primi restauri della Chiesa risalgono agli anni Settanta del secolo scorso ma gli interventi effettuai allora sono risultati poco rispettosi dell'aspetto originario dell'edificio.