Hendrick ter Brugghen, Salomè con la testa di san GiovanniHendrick ter Brugghen, Salomè con
la testa di san Giovanni

Apparteneva ad una famiglia di artisti ticinesi e collaborò inizialmente con il fratello Giovanni Battista, scultore e stuccatore.
Di formazione sinceramente caravaggesca, guardò anche a Borgianni, Saraceni, Terbrugghen e Guercino, elaborando una pittura di tocco tutta sua, basata su effetti luministici e su ricchi valori cromatici.
Paragonato dallo studioso Wilhelm Suida ad una luminosa meteora improvvisamente apparsa e troppo presto spentasi, il pittore Giovanni Serodine (Ascona o Roma, 1594/1600 – Roma, 1630), ha brillato troppo poco nella costellazione degli artisti più noti.
Forse per uno stile caratterizzato da una drammaticità intensa ed essenziale, forse per la sua breve vita che terminò quando egli aveva poco più di trent'anni.

Vanto del Ticino e di Roma nel primo terzo del Seicento e universalmente noto quale uno dei più rilevanti cultori della tendenza naturalistica, Giovanni Serodine è stato un pittore sostanzialmente ignorato dai suoi contemporanei.
Verrà riscoperto e rivalutato dalla critica del Novecento che, cogliendo la straordinaria qualità del suo lavoro, gli assegnerà finalmente il giusto posto nella costellazione dei più importanti pittori della storia dell'arte.

Matthias Stom, Incredulità di san TommasoMatthias Stom, Incredulità di san Tommaso

È stato soprattutto Roberto Longhi ad averlo valorizzato come uno dei massimi rappresentanti del movimento caravaggesco definendolo "non soltanto il più forte pittore del Canton Ticino, ma uno dei maggiori di tutto il Seicento italiano" ed innalzandolo al livello di Rembrandt e Soutine nella memorabile descrizione del San Pietro in carcere, di proprietà della Pinacoteca Züst di Rancate.

Ed è proprio quest'ultima a proporre la prima mostra su Serodine del nuovo millennio. Con il titolo "SERODINE e brezza caravaggesca sulla "Regione dei laghi", l'istituzione ticinese propone fino al 13 gennaio 2013 un'attenta retrospettiva dell'artista, affiancata da dipinti di suoi compagni di avventura figurativa.

L'esposizione promossa dalla Pinacoteca Züst è stata affidata alla cura di Roberto Contini e Laura Damiani Cabrini, con la collaborazione di Simona Capelli.
"Una mostra frutto di ricerca e studio – hanno commentato i due curatori ai nostri microfoni – che cerca di porre nuovamente l'attenzione sul pittore, aggiornandone la fisionomia critica. A distanza di circa vent'anni dall'ultima monografica, infatti, viene qui riunito un cospicuo nucleo di opere autografe e proposto qualche inedito. La rassegna, tuttavia, non offre risposte inequivocabili, in quanto un nuovo possibile orientamento interpretativo per l'opera dell'asconese eroicamente isolato, potrà essere intrapreso da nuovi e futuri studi e da approfondimenti storici che prenderanno l'abbrivo proprio da questa mostra".

Protagoniste della retrospettiva sono opere come la Sacra Famiglia, il Ritratto del padre e il Ritratto di ragazzo con fogli disegnati, dove un giovane dall'espressione pensosa tipica dei lavori del Merisi è immortalato tra i suoi bozzetti e guarda con un'aria malinconica e quasi infastidita chi ha interrotto il suo lavoro. Accanto alle opere di Serodine si possono ammirare anche altri capolavori di diversi autori, come il Guercino, presente con il Ritratto di vecchio con un libro e Tanzio da Varallo, con la sua Santa Caterina d'Alessandria.