Pietro ScampiniPietro Scampini

L'attesa è stata più lunga del previsto. Purtroppo anche vana. Non sarà Pietro Scampini né le "sue" donne Ndebele a rappresentare l'arte africanacontemporanea alla prossima edizione della Biennale d'arte di Venezia che si aprirà il 21 giugno prossimo, in un apposito padiglione all'Artigliere dell'Arsenale.

La decisione presa dal curatore, l'americano Robert Storr, è arrivata nei giorni scorsi, in ritardo appunto rispetto a quanto annunciato sui canali informativi di cui dispone la manifestazione. Non è dato di sapere se questo abbia significato indecisioni in merito alla scelta da fare.

Nel momento della scelta, la giuria composta da Meskerem Assegued, Ekow Eshun, Lyle, Ashton Harris, Kellie Jones e Bisi Silva ha puntato sul progetto Check List, una mostra che nasce come costola di una delle più prestigiose collezioni d'arte africana contemporanea.

Si tratta della SindiKa Dokolo African Collection of Cintemporary Art, creata appena tre anni fa dal ricco imprenditore e collezionista Sindika Dokolo, a Luanda in Angola, e forte di 500 opere in rappresentanza di molta parte dell'arte realizzata negli ultimi annni nel continente africano e aggiornata in maniera cospicua annualmenrte con nuovi inserimenti.

Nell'operare la selezione, la giuria ha particolarmente "apprezzato la forza del progetto curatoriale e dell'intera Sindika Dokolo Collection, con l'intento di attirare l'attenzione su questa iniziativa, ritenuta un'importante segnale di impegno a sostegno dell'arte di tutto il continente africano". Troppo rappresentativo, dunque, e panoramico, perché gli altri progetti, tra cui quello dello scultore varesino, peraltro già presentato con successo alle Stelline di Milano, potessero competere in termini di esaustività e completezza.