Ca' nostra – Un migliaio di abitanti, per la maggior parte contadini e operai, che dal Veneto sono arrivati a Gallarate in cerca di lavoro e fortuna. E' questa la foto dei Ronchi, il quartiere di Gallarate che in questi giorni sta celebrando il proprio oratorio. Certo la struttura non è più quella costruita e inaugurata nel 1961 dal gesuita padre Pedrazzini, ma il sentimento che l'ha ispirata è lo stesso. L'Oratorio "Cà Nostra" è stato abbattuto per fare posto ad una struttura più moderna e funzionale. Ha solo cambiato pelle perché l'anima è la stessa di cinquant'anni fa. Di quando anche i novizi che stavano compiendo il cammino di formazione all'Aloisianum collaboravano con i vicari nelle attività di catechesi e animazione. Accanto a loro anche le suore di Bethlem, che si occupavano dell'oratorio femminile. Don Livo Banfi nel 1972 è il primo parroco della "Madonna della Speranza", di cui "Cà Nostra" fa parte. Molti gallaratesi che oggi vivono ai Ronchi sono proprio cresciuti in oratorio. Fino alla costruzione della nuova scuola elementare di Via Padre Lega, l'oratorio ne ha ospitato alcune classi. Nel 1987 la visita pastorale del Cardina Martini dà nuovo slancio ad una realtà destinata a diventare graned. Con l'avvio della Comunità Pastorale "San Cristoforo" e la guida di Monsignor Carnevali la decisione di abbattere il vecchio oratorio per ricostruirlo dalle fondamente. Le stesse di sempre: voler fare comunità, una casa per tutte le famiglie, un luogo di accoglienza e amore per i bambini.