L'opera di Ugo Celada da VirgilioL'opera di Ugo Celada da Virgilio

Uno sguardo sicuro e immobile. Una posa sprezzante e fiera. Forse proprio guardando il ritratto, firmato da Ugo Celada da Virgilio, si percepisce meglio quanto sia elevato il livello artistico di talune tele comprese nella Quadreria dell'Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi di Varese.

L'opera si distingue come una fra le più importanti della raccolta dell'Azienda Ospedaliera di Circolo e Fondazione Macchi e, pur priva del documento di allogazione che permetterebbe di meglio delinearne la datazione, fu probabilmente commissionata all'autore negli anni del suo soggiorno varesino.
Sollecitato da un'ampia committenza altoborghese, di cui egli evidenzia l'appartenenza al ceto sociale mediante una doviziosa e descrittiva raffigurazione dei particolari dell'abbigliamento e dell'ambiente, Ugo Celada da Virgilio rimase ininterrottamente fedele alla sua tecnica realista, quasi fotografica, nella restituzione fedele di ogni minimo dettaglio.

Pur proponendo stilemi e modi che si rifanno ad un rigoroso oggettivismo e ad una serrata incisività del disegno, rimane autonomo nei confronti di Novecento e delle sue poetiche, avvicinandosi piuttosto ai modi del Realismo Magico. 
La sua maniera pittorica, inoltre, risponde appieno alle

Un dettaglio dell'operaUn dettaglio dell'opera

istanze del Movimento Pittori Oggettivisti che egli stesso fonda e dirige a partire dal 1959.

L'opera dell'Ospedale di Cittiglio si segnala per l'alta perizia grafica, specialmente nella purezza della linea che rivela non poche tangenze con i ritratti eseguito dal maestro nel medesimo torno di anni (per un confronto si veda il ritratto d'uomo (Il banchiere svizzero), olio su tavola, cm 71 x 60, collezione privata).

Quanto all'effigiato, Luigi Mattioni (Milano 1914- 1961) si distingue fra i maggiori architetti del Dopoguerra, attivo soprattutto a Milano. Nel capoluogo lombardo ha realizzato circa 200 costruzioni, tra le quali edifici di grande rilevanza quali il Grattacielo di Milano, il Centro Diaz (noto come il palazzo della Terrazza Martini), il Palazzo Omsa e il Centro San Babila. Laureatosi in Architettura nel 1939 con relatore Piero Portaluppi, conseguì il premio come miglior laureato del triennio 1936-1939. Cominciò a lavorare presso lo studio di Giovanni Muzio e nel 1944 fu nominato assistente incaricato nel corso di Elementi di Architettura e Rilievo dei Monumenti del Politecnico di Milano, dedicandosi, inoltre, allo studio dei problemi della prefabbricazione ed unificazione dell'abitazione. Aprì uno studio a Milano, in Piazza Cinque Giornate, occupandosi di costruzioni per l'industria, arredo, allestimenti ed urbanistica. Divenne anche consulente per il piano regolatore della città di Milano con Gaetano Ciocca, Amos Edallo, Augusto Magnaghi e Mario Terzaghi.

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