Gabriele MarangoniGabriele Marangoni

Performer Ha gli occhi inebriati. Ha da poco concluso la performance musicale che l'ha visto, sul sagrato della Basilica di Gallarate, seduto dirimpetto alla violoncellista, imbragato nell'accordion, teso a duettare con la partner senza una nota scritta. Tutto improvvisato sul momento, sulla partitura elettronica comprendente parole studiate dallo stesso Marangoni per aumentare le libere associazioni della mente.

Audace – E' giovane, Gabriele, musicista e musicologo, fondatore di un movimento d'arte contemporanea (!) – KUNSTZERO – che in pochi mesi di vita sta bruciando le tappe. A Marzo, il "battesimo" nella sconsacrata chiesa di San Giorgio con il minifestival "La scatola liquida", sabato scorso 21 luglio la seconda uscita, questa volta pubblica e urbana, sulla Piazza Libertà di Gallarate, al cospetto della Basilica e della Fontana. Ci vuole coraggio, audacia, e naturalmente un pizzico d'incoscienza che solo la giovinezza sa dare.

Astro fulgente – Torniamo a lui, una specie di mattatore dentro KUNSTZERO, forse ritagliato un po' su misura per Marangoni, che si avvale di artisti e collaboratori fidati, a partire dal fratello Mauro Marangoni – addetto ai suoni, figura fondamentale in un gruppo che ha il suo cardine nella musica sperimentale e nelle forme con essa più compatibili dell'arte visiva.

Il Direttore si è seduto sul sagrato, da cui domina una piazza molto animata e "presidiata" senza supponenza, armoniosamente, dai suoni e dalle immagini di KUNSTZERO.

La piazza by nightLa piazza by night

Allora, "DUA" va finendo: com'è andata?
"E' stata la prima volta all'aperto, proponendo arte sperimentale contemporanea: arte visiva con Bertolio e con la videoinstallazione di Scarani, musica elettroacustica nel pomeriggio, il concerto nella serata. Non volevamo trattenere la gente, ma c'è stata una buona affluenza e i passanti potevano soffermarsi e usufruire liberamente di un'arte cui, obiettivamente, non è abituata."

Che problemi avete dovuto affrontare?
"I problemi sono stati di ordine burocratico, di carteggi, ma è una situazione diffusa, che non riguarda solo Gallarate. Comunque, si è trovata una soluzione, anche se si sprecano tante energie che potrebbero essere investite nello sviluppo artistico."

Anche in questa seconda uscita di KUNSTZERO le opere di Angelo Bertolio vi accompagnano: è una sorta di artista-feticcio del gruppo?
"Sì, è vero, l'arte di Bertolio rappresenta visivamente quel che io e i miei collaboratori realizziamo con video e nelle musiche. Le sue opere sottendono sempre una dimensione concettuale, quando ne vedo una mi sembra di vedere una mia partitura."

Un'opera di A.G. BertolioUn'opera di A.G. Bertolio

Un'altra presenza costante è quella di Stefano Scarani
"Ho conosciuto Stefano durante i miei studi di musica elettroacustica e sperimentale, ammiro i suoi lavori in video, molto ricercati, e il fatto che non usi colonne sonore ma composizioni vere e proprie."

Che cosa ha proposto Scarani per l'occasione?
"Una quadrilogia video il cui titolo OBERTURES DEL COS, tradotto dallo spagnolo, significa Uscita dal corpo: un viaggio visionario sulla liberazione dalla materia del corpo, dalla dimensione carnale verso quella cerebrale o intellettuale."

E del vostro concerto da poco concluso, che dire?
"E' un progetto che si chiama SENSE A, improvvisazioni mie all'accordion e di Giulia Monti al violoncello su una partitura elettronica registrata su nastro, secondo le suggestioni del momento, della musica e delle parole."

KUNSTZERO è alla seconda esperienza, in un contesto diverso dal primo: può stilare un primo bilancio?
"Dopo La scatola liquida all'interno ecco DUA all'esterno: il problema è sempre quello della reperibilità dei fondi, soprattuto se si propone un' arte che non è di puro intrattenimento…però, abbiamo visto che c'è meraviglia nelle persone, che è la cosa più importante."

Anche se non erano lì apposta per voi, ma per lo più di passaggio?
"Io mai vorrò costringere le persone a soffermarsi a vedere l'arte. Per questo cerco di inserire le nostre proposte in un contesto di vita normale: come una persona passa e può vedere una vetrina, allo stesso modo può vedere l'arte."

Dopo la chiesa sconsacrata e la piazza, quale sarà il prossimo spazio di KUNSTZERO?
"Penso a degli spazi atipici, con delle tremende difficoltà burocratiche. Stiamo ancora sviluppando il concetto, ma le aree industriali sono ultimamente abusate, forse potrerbbe essere un acquedotto, chissà.

E Bertolio, sarà sempre con voi?
"Certamente. Anzi, passeremo a esporre le opere tridimensionali."

Tanti auguri sinceri a Gabriele Marangoni e al suo gruppo di lavoro, preparato e motivato, cui va il merito di avere riscoperto un importante artista come Angelo Giuseppe Bertolio, incredibilmente dimenticato. Se hanno lo zero nel nome, è solo per sondare tutte le ulteriori possibilità di un'arte più libera (e sola) che mai.