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Alda Levi, la prima archeologa – Pioniera in Lombardia è Alda Levi, a cui recentemente è stato intitolato l'Antiquarium di Milano, donna a cui l'archeologia milanese e lombarda deve molto, nonostante la sua attività sia stata a lungo dimenticata.

Archeologa in temi diiffcili – 
L'oblio a cui andò in contro è dovuto al clima degli anni in cui visse, tra fascismo e guerra mondiale, difficili per tutti ma soprattutto per lei, di origine ebraica. Nel 1939, quando già ormai da quattordici anni era funzionaria della Sovrintendenza di Milano, fu vittima delle leggi razziali, e perse il posto di lavoro. I suoi meriti sono tuttavia grandissimi: riconobbe le più antiche mura di Milano, avviò le indagini su teatro ed anfiteatro, pubblicò i dati dei suoi scavi in prestigiose riviste a tema.

Fra Milano, Varese e Pavia – 
Sempre in quegli anni viveva Federica Tamborini, giovane promettente studiosa varesina, laureata in lettere a Pavia. Di grandi doti, preparazione scientifica, rigore di metodo, si dedicò agli studi sulla Roma arcaica e sul celtismo italiano, e solo la morte prematura pose fine a questa carriera così promettente.

Da ieri a oggi –
Giungendo a giorni più vicini a noi, è inevitabile dedicare un pensiero a Maria Adelaide Binaghi, l'ispettrice del Varesotto, nativa di Gallarate, scomparsa nel 2004. Una donna di grandi qualità umane ed intellettuali, ancora ricordata con emozione dai suoi collaboratori, che attuò nel territorio varesino una azione di controllo capillare.
Oggi i nomi di archeologhe donne sono tanti, anche nel Varesotto: a capo dei musei, come la dott.sa Miedico ad Angera, la dott.ssa Alpago ad Arsago Seprio, la dott.ssa Banchieri a Varese; in Sovrintendenza, come la dott. Grassi, la dott.ssa Mariotti, la dott.ssa De Marchi; in cantiere come tante ai più sconosciute che innamorate del proprio lavoro indagano il passato. A tutte loro va un sentito grazie.