Il viso della VergineIl viso della Vergine

Epifania – Eccolo, il viso della Vergine. E' affiorato da pochi giorni, sui muri scrostati del Castello di Belforte, là dove la recente scoperta di un San Sebastiano, avvenuta nei primi giorni dello scorso novembre, lasciava intuire che la teoria di affreschi potesse avere ben altre dimensioni. E' emersa, come la sua figura di fianco, senza che ci fosse la necessità di intervenire pesantemente sulla superficie intonacata che per secoli l'ha coperta. Secco, friabile, sul punto di sgretolarsi, il vecchio intonaco sta piano piano facendo emergere impressioni pittoriche insospettabili.

Quasi impressionista – Già nei mesi scorsi, insieme alla nobile figura del Santo, di cui oggi si riesce a scorgere con maggior nitore, il costato e un piede, si riusciva ad intravedere un piccolo braccio di bambino. E più in basso la probabile raffigurazione di un tappeto ornamentale e pregiato. Immediata l'ipotesi che la scena nascosta dovesse essere una Madonna in trono con bambino. Oggi la conferma con l'epifania di un viso, dolcissimo, quasi impressionistico, nella semplicità con cui è tratteggiato.

L'interno dell'ala seicentescaL'interno dell'ala seicentesca

La necessità di un tetto – E' l'architetto Franco Prevosti, presidente della commissione cultura del Comune di Varese, a comunicare i nuovi segreti del castello, sulla cui struttura peraltro i lavori, come già documentato, sono andati avanti; nella definitiva copertura del tetto, previsto provvisorio ma di fatto realizzato in termini definitivi, per quanto concerne la parte seicentesca, e la sua messa in sicurezza. Operazioni che in parte stanno proseguendo anche in altra parte dell'edificio, quella con fondamenta più antiche, dove con l'avanzare dei lavori sono emersi altri particolari meritevoli di aattenzione; tra questi, porzioni di soffitto ligneo che la relazione tecnica più recente ha comparato a quello presente in alcune sale di Palazzo Branda di Castiglione Olona; una meridiana, uno straordinario pavimento realizzato con medoni lombardi. Un patrimonio ancora da scoprire e per il quale sarebbe necessaria una copertura protettiva così come è stato fatto per l'ala più recente.

Il tesoretto
– Nel frattempo, a dicembre, l'ultima variazione di bilancio ha messo a disposizione della causa Belforte, un tesoretto di 10mila euro. Serviranno ad approfondire gli studi sulle figure affrescate emerse in queste settimane. Dal punto di vista iconografico e dal punto di vista della loro conservazione.  L'apparizione di  nuovi documenti pittorici che potrebbero aggiungere novità anche sulla storia di Varese lo meritano.