Un'opera di Aron ReyerUn'opera di Aron Reyer

Spazi teatrali – L'Islanda, uno degli ultimi paradisi terresti ancora parzialmente incontaminati. Il paese del Nord, dei ghiaggi e delle lande desolate, dell'aurora boreale, dei geyser, dei vulcani e del buio diurno. Una nazione meravigliosa dal punto di vista paesaggistico, ma ostile all'uomo. Difficile immaginare una vita in quel luogo così temprante, duro, dove la semplicità delle azioni si complica perchè il clima, quando cambia, blocca tutto e ci si trova costretti a fermarsi. Nella capitale dell'Islanda a Reykjavík, cresce un giovane artista, Aron Reyr Sverrisson, le sue opere saranno nella galleria varesina da sabato 31 maggio. La Duet Art ripone le fotografie e accoglie le tele, dipinti reali che trasmettono l'intensità della terra natia dell'artista. I suoi quadri ritraggono stanze solitarie, dove solo gli oggetti divengono protagonisti del luogo. Assente l'uomo. Dalle camere da letto minimali alle tristi periferie di sfondo, o di riflesso. Gioca coi dettagli Aron, inserisce specchi nei suoi dipinti per dare un'illusione di profondità e coinvolgere più spazi in uno solo. Scenografie che hanno suggerito anche il titolo stesso dell'esposizione: 'Il teatro del Silenzio'.

L'Islanda: il ricordo – La sua non è una ripresa dal vero, l'en plein air non c'entra col suo lavoro. L'artista islandese vive quello che ritrae. E poi lo ricorda, è il ricordo che appare sulle tele. La mente umana elaborando un'immagine già vista la restituisce sempre diversa da com'era in origine, perche sopra passa il tempo, si accavallano altre cose, altri flash si mescolano. Quest'operazione avviene anche per l'artista che rende inquiete e solitarie le sue opere, un sentimento forse non ricercato, ma evidente. Oltre agli interni saranno esposti in galleria anche dei paesaggi, la natura islandese nella sua parte più forte, quella dell'oceano. Da una parte l'acqua, che sembra gelida alla sola vista, dall'altra la neve che copiosa ovatta questa natura impervia che appare sospesa, dolce.

Licia SpagnesiLicia Spagnesi

Segni del tempo – Antonio Cardillo, proprietario della galleria varesina scopre quest'artista durante un'esposizione svoltasi lo scorso anno: una mostra sulla giovane arte islandese con altri 6 artisti allestita a Salisburgo a Hangar 7, l'hangar dove il magnate della Red Bull, Dietrich Mateschitz, ha allestito la sua collezione d'arte contemporanea (insieme alla sua collezione di aerei d'epoca). Dopo aver visto i suoi lavori decide di coinvolgerlo nella sua galleria. Curatrice della mostra, che aprirà sabato, è Licia Spagnesi, che ci ha fornito dei piccoli, ma significativi dettagli sull'artista: "Aron lavora in uno studio in periferia di Reykjavik in riva al mare, in compagnia del suo cane. Ha cominciato a dipingere da bambino, durante una vacanza di 3 mesi con la nonna nelle highlands islandesi: non c'erano altri svaghi, e così ha cominciato e si è appassionato. Ama il cinema di David Lynch e di Antonioni, ha studiato Jean Baudrillard e la sua iperrealtà. Non usa le foto, nemmeno come traccia per i suoi dipinti, lavora sulla memoria.". Un'infanzia e un'adolescenza anomala, almeno per quello che intendiamo noi per normale, una solitudine forzata dal luogo stesso in cui è cresciuto. Aron però è anche altro: i suoi quadri non sono nè angoscianti, nè irrequieti, trasmettono una calma pacata, sottile. Un tempo diverso che emerge dalle sue tele.

Aron Reyr Sverrisson
IL TEATRO DEL SILENZIO

a cura di Licia Spagnesi
duet gallery
vicolo santa chiara 4 / via griffi 3 / 21100 varese
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dal martedì al sabato dalle ore 15.30 alle 19.30