Busto a G.Bossi sul loggiato del primo piano del palazzo di BrerBusto a G.Bossi sul loggiato
del primo piano di Brera

Si sa: tanti onori, tanto ònere. E Giuseppe Bossi – classe 1777 – di onori, nella sua vita, ne ebbe molti. Arrivato a Milano da Busto Arsizio, dove nacque (e come ricorda ancora oggi un'epigrafe milanese), fu letterato, poeta, disegnatore di rilievo, pittore e tra i principali protagonisti del neoclassicismo milanese accanto a Ugo Foscolo, Giuseppe Parini, Alessandro Manzoni e Carlo Porta. Ma viene da tutti ricordato per aver fatto grande l'Accademia di Belle Arti di Brera, venendo nominato Segretario nel 1801 e per averne curato, due anni dopo, la redazione del nuovo Statuto, introducendo riforme e novità nell'insegnamento accademico. È merito suo se la Pinacoteca milanese possiede capolavori quali il Cristo morto del Mantegna o Lo sposalizio della Vergine di Raffaello. E fu anche grazie a lui se il famoso ateneo per artisti, sorto sulle rovine di un convento degli Umiliati, vide scritta una delle sue pagine più gloriose.

Una sala per Giuseppe Bossi – In questi giorni (e fino al 20 settembre), l'istituzione braidense gli dedica un'interessante rassegna, focalizzata sui ritratti lombardi che egli stesso era riuscito a raccogliere tramite acquisti e donazioni. La preziosa galleria, fu concepita, secondo la dichiarata intenzione del fondatore, quale affiancamento all'attività didattica svolta nell'Accademia. Infatti assieme alle effigi dei maestri antichi comparivano – e compaiono – alcuni ritratti e autoritratti dei "maestri di Brera" a lui contemporanei. Tra illuminismo e romanticismo, impennate di passione civile e di impegno didattico, il "Gabinetto" bossiano era formato da ritratti prevalentemente lombardi. Erano quelli gli anni del viceré Eugenio di Beauharnais, delle infatuazioni per gli artisti di patria bolognese e del mito leonardesco mai veramente oscurato tra Cinquecento e Ottocento.
 

Nuovolone,'Ritratto di gruppo'Nuvolone,'Ritratto di gruppo'

La scuola pittorica milanese – La mostra, allestita nella sala XV (la medesima che aveva ospitato i 4 Caravaggio e i Paesaggi) e curata da Simonetta Coppa e Mariolina Olivari, presenta al pubblico 24 dei 34 ritratti o autoritratti di artisti del Gabinetto di Bossi. Tra i più significativi ritrovamenti avvenuti in occasione della catalogazione che ha preceduto l'antologica, sono da segnalare l'autoritratto di Carlo Francesco Nuvolone con la famiglia; il ritratto dello scultore Dionigi Bussola (autore di rilievi scultorei nei Sacri Monti di Orta, Varallo, Varese e Domodossola), del pittore valsesiano Pietro Francesco Gianoli e l'autoritratto di Giulio Cesare Procaccini, ultima opera del pittore. Va aggiunto che, in occasione della mostra, sono stati appositamente restaurati, grazie al contributo di Pirelli e sotto la direzione di Mariolina Olivari, dipinti di Pietro Francesco Gianoli, Salomone Adler e Giuseppe Nuvolone.

Il lato oscuro – Purtroppo, davvero precoce fu la sfortuna in cui incappò la raccolta di Giuseppe Bossi. Dal 1807, anno in cui, con sua grande amarezza, rassegnò le dimissioni dalla gloriosa Accademia, Bossi cominciò a scrivere le sue Memorie sotto forma di diario, attività che sospenderà soltanto pochi giorni prima di morire nel 1815. Già nel catalogo della Pinacoteca di Brera dell'anno dopo, il Gabinetto di ritratti non venne più registrato come nucleo autonomo. Spesso dimenticati con funzione di arredo in depositi esterni presso uffici pubblici, e solo ultimamente divenuti oggetto di studio approfondito, i dipinti, in passato, sono stati non di rado vittime di confusioni attributive ed iconografiche. Il catalogo della mostra, nelle cui pagine si rintracciano i volti di questa celebre raccolta, comprende saggi e contributi di Simonetta Coppa, Francesca Valli, Daniele Pescarmona, Eugenia Bianchi.

Giuseppe Bossi. Il Gabinetto dei ritratti dei pittori (1806)
Milano, Pinacoteca di Brera
Fino al 20 settembre 2009
A cura di Simonetta Coppa e Mariolina Olivari
Tutti i giorni 8.30 – 19.15 (lunedì chiuso)
Catalogo Electa