Mossali in mostra ad OlgiateMossali in mostra ad Olgiate

Come in una partitura musicale, dove si distinguono le cadenze espressive, anche il lavoro di Omar Mossali ha tre precise caratteristiche: "Ruggine", "Ossidografia", "Atoni".
Come egli stesso afferma, la sua è una ricerca etica più che estetica, fondata sul reale scambio fra autore e opera d'arte. I tratti segnici, l'emergere delle forme, le loro espansioni paiono assumere nelle opere di Omar Mossali, in mostra presso lo Spazio Danseei con il titolo "La veste bianca", i tratti di un sudario dove il materiale, venendo in contatto l'operare dell'artista, è portato a fare affiorare la sua storia. Il suggestivo titolo dato alla mostra, trae origine da un passo dell'Apocalisse di Giovanni (6, 9 – 11) allusione a un salvifico riposo meditativo.

Nel dialogo che intercorre fra l'artista e il suo procedere creativo si compie anche un processo dai tratti, in minima parte alchemici, in quanto poco è lasciato alla casualità, ogni pennellata impartita con sostanze naturali tende ad ottenere la reazione della superficie in un continuo rivelarsi di toni bruni e ruggine dalle infinite gradazioni e sfumature.
Le fisionomie emergenti dalla superficie d'origine lasciano sottintendere, nella loro apparente immobilità, un intento di espansione, lento ma inesorabile, mentre in altre opere, dove gli equilibri fra differenti e antitetici materiali quali ferro e carta concorrono a rendere lieve il primo e pregnante il secondo, il desiderio delle forme di procedere altrove pare pervaso da una sapienza dia tratti Zen, antica e lieve come un racconto che durante il suo percorso da oriente verso occidente si arricchisce di nuove trame narrative.

Incontrare Omar Mossali durante l'inaugurazione della sua personale, ci ha permesso di rivolgergli alcune domande.

"Come hai iniziato a lavorare su lastre di ferro?"
"Da ragazzo dipingevo a olio, poi ho smesso attorno ai ventuno anni, nel 2006 quando avevo ventisei anni ho visto un guard rail ossidarsi a causa dei vari agenti atmosferici, questo processo naturale creava dei segni che con il passare del tempo si modificavano, questo per me è stata una visione di uno stile pittorico che mi interessava intraprendere in modo da avere un rapporto diretto con il materiale".

"Il tuo lavoro comprende anche una componente alchemica?"
"Si, perché tutto dal supporto, dalle varie sostanze naturali che utilizzo per creare l'ossidazione devono essere dosate da me ed è molto difficile ottenere un'ossidazione veloce, in quanto i liquidi si asciugano in fretta e non posso conseguire colori molto carichi e intensi, di conseguenza devo trovare luoghi adatti a rendere più lenta l'ossidazione, quindi questa è un'alchimia, poi è un processo che non può essere lasciato al caso semplicemente perché non riuscirei a ottenere l'opera come l'avevo immaginata".

"Vuoi spiegare il significato del titolo?"
"La veste bianca è un passo dell'Apocalisse di Giovanni e deriva dai miei studi su El Greco che si è spesso confrontato con il tema dell'Apocalisse, in uno dei suoi quadri più celebri, i martiri chiedendo a Cristo quando avranno la loro giustizia, quella che in terra non hanno avuto e Cristo offre a loro questa veste bianca che è un simbolo di rinascita, ma anche di giustizia e dona ai loro corpi la purezza eterna e la redenzione eterna".

Mossali in mostra ad OlgiateMossali in mostra ad Olgiate


"Leggendo i titoli di alcune opere scorgo anche un carattere sociale…"

"Si, infatti ci sono opere come "Lavoro", "Manifestazione", "Cantiere", opere che si fanno portavoce di una giustizia sociale, poi c'è anche la questione della domanda, infatti c'è un quadro intitolato "La richiesta", dove la gente comune chiede giustizia a Cristo e si possono permettere di chiederla e Cristo, non come certi potenti di oggi, non si arrabbia, non la legge come un'impertinenza, ma dona loro la giusta ricompensa per quanto hanno dato sulla terra".

"E' corretto affermare che il tuo lavoro coinvolge tutti i sensi?"
"Assolutamente, ovviamente oltre la vista c'è il tatto poiché la ruggine ha diverse matericità, bisogna spesso scolpirla quindi utilizzare il tatto, la forza, posso dire che coinvolge anche l'udito perché ho fatto anche un'opera cinetica, che non è in mostra, in cui una lastra di ferro viene mossa da un motorino e da una pulsazione, ogni volta che taglio una lastra sento le sue vibrazioni è come se sentissi il pulsare dell'opera che verrà e da lì' inizia tutto il rapporto con essa e poi anche il gusto, perché ci sono anche i profumi, di aceto, della ruggine che nei giorni umidi è ancora più intenso, d'estate è secco, quando si gratta la ruggine finisce anche in gola e se ne sente il sapore, quindi il mio lavoro coinvolge tutti i sensi".

Omar Mossali – "La veste bianca"
Olgiate Olona, Spazio Danseei Via Oriani 2
Fino all'8 gennaio 2012
Orario: venerdì e sabato, dalle 16.00 alle 19.00