«Com’è nata la terza pagina?». Questa domanda potrebbe capitare a chi si siede davanti alla nutrita commissione – che comprende pure due magistrati, designati dal presidente della Corte d’appello di Roma – per sostenere l’esame orale di giornalista professionista. La risposta è piuttosto semplice anche perché rimanda a un giornalista originario di San Giovanni in Persiceto, piuttosto famoso, e cioè Alberto Bergamini. Dopo aver diretto brillantemente il Corriere del Polesine, quotidiano che sosteneva gli interessi degli agrari di Rovigo, fu chiamato a Roma da Sidney Costantino Sonnino, esponente della destra storica e ministro delle finanze e del tesoro celebre per aver riportato il bilancio dello Stato al pareggio. In via del Corso, fondò il Giornale d’Italia e il 10 dicembre del 1901, in occasione della prima rappresentazione della Francesca da Rimini di Gabriele D’Annunzio, decise di dedicare la terza pagina allo spettacolo, in scena al Teatro Costanzi, con la celeberrima attrice e musa Eleonora Duse.

TERZIETÀ METAFORICA

Quella scelta di usare proprio la terza pagina doveva essere anche metaforica: la terzietà della cultura, estranea alla dialettica politica e sociale. Nacque così e si diffuse su tutti i quotidiani italiani la terza pagina, destinata a diventare una pagina “terza” del giornalismo italiano. Almeno fino a quando, nel 1956, un neonato già con le idee chiare – Il Giorno – rivoluzionò il modo di trattare la cultura, non tenendola ancorata a una pagina specifica, pur con lo sviluppo di una sezione dedicata, arretrata nella foliazione agli spettacoli, ma seminandola qua e là tra le colonne, secondo criteri di approfondimento delle cronache.

PRESUPPOSTO ANTROPOLOGICO

Verrebbe ora da chiedersi che cos’è la cultura e le risposte potrebbero essere infinite, aprendo un dibattito altrettanto inesauribile. Noi crediamo che il concetto sia ampio e per questo citiamo il primo trattato di antropologia, scritto nel 1871 da Sir Edward Burnett Tylor, pronto a scrivere: «La cultura intesa nel suo ampio senso etnografico, è quell’insieme complesso che include la conoscenza, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume e qualsiasi altra capacità e abitudine acquisita dall’uomo come membro di una società. La condizione della cultura nelle varie società del genere umano, nella misura in cui può essere indagata sulla scorta di principi generali, è un argomento che si presta allo studio delle leggi del pensiero e dell’agire umani».

Ne consegue che la cultura indica le tradizioni, i modi di vivere, la maniera di pensare, sentire e agire (in una parola di comportarsi). Il cibo è cultura (le parole sapore e sapere sono legate, come si capisce dalla loro etimologia), lo sport è cultura, le azioni sono fenomeni culturali, oltre che sociali.