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Arrivi e partenze – C'è un momento in cui ci si ferma e si riparte. Daniele Di Luca, scultore classe '76, ha fermato le tappe del suo viaggio fisico e interiore. Dopo un periodo trascorso in Kurdistan, il rientro a Varese e il desiderio di ripartire, hanno preso forma le sue ultime opere. Nate non da un ragionamento, da un processo previsto, "non da uno studio cosciente sull'inconscio", spiega Daniele. Un soggiorno a Palermo in cui l'artista si è totalmente dedicato al disegno, senza pensare ad un soggetto specifico, senza obbligarsi verso una direzione limitata. Disegnare, disegnare, disegnare. "Mi sono fidato di me stesso e della mia esperienza", racconta Daniele. Una crescita in due mesi di proficuo lavoro riversato in mostra, in una personale, la prima per il giovane, ospitata in un luogo co-protagonista della nascita delle opere stesse: Opificio 42.

Dove tutto combacia – Una selezione di quei numerosi disegni spontanei, che negli ultimi tempi sono stati, dall'artista stesso, modificati e perfezionati, fino a divenire punto di partenza per opere tridimensionali. Legno e acciaio i materiali scelti. Il desiderio del rapporto con un volume specifico: il tronco di cono, la "forma irrinunciabile, forma universale che fa funzionare il tutto. Il modulo del tronco di cono permette la realizzazione di forme che raccontano la realtà", spiega l'artista. Le opere sono l'unione di più elementi, piccole forme che danno vita ad altre più grandi. I colori protagonisti: bianco, nero, acciaio e ottone. Il risultato finale, le sculture accostate alle loro stesse fotografie scattate da Marino Sanvito e Pierluigi Fossa, in una sorta di installazione che coinvolge il pubblico negli spazi di Opificio 42. Questo il luogo in cui hanno trovato habitat ideale, secondo le esigenze di Daniele, le sue sette creazioni. "Oggi queste, diversamente dai lavori del passato, hanno bisogno di risaltare, di stare sospese, leggere, in un'ambientazione pura e ariosa; esattamente in questo studio fotografico, dove sono state fotografate con sfondi neutri lasciando intatta la loro identità", descrive Di Luca.

Un lungo passo – Una passione per l'arte scultorea dall'età di vent'anni, autodidatta, frequentatore di studi d'artista, da Loris Ribolzi e Oreste Quattrini, fino all'insegnamento di Paolo Borghi. Questo è Daniele che oggi, trentaduenne, si sente lontano dalle sue opere scultoree precedenti, in cui dominava la figura umana e l'energia del corpo. Ora il suo lavoro è vicino all'espressione astratta, fino a rasentare l'arte cinetica-minimalista.

Daniele Di Luca
sabato 28 marzo 2009
dalle ore 18,30
presso lo studio fotografico OPIFICIO 42
via Uberti, 42
Varese
(Viale Europa direzione Varese centro, al semaforo a destra; zona Centrale del latte e scuola Enaip)