Il paese delle meraviglie per universale pregio letterario appartiene al personaggio creato da Lewis Carrol nel 1865.
Ad esprimersi su uno dei passi più spiazzanti della storia, il tè dei matti, sono stati invitati, dai curatori Giancarlo Ascari, Cristina Taverna e Arianna Vairo, più di trenta artisti nell'elegante spazio della Galleria Nuages a Milano per "il tè di Alice".
Differenti le tecniche usate: si va dal pastello, all'acquarello, al collage, alla china e matita, con nomi che vanno (non ce ne vogliano i non nominati) da Paul Davis, a Marco Petrella, da Franco Matticchio ad Altan, da Elfo a Ugo La Pietra.
Nel contesto surreale creato da Carrol, Alice chiede di sedersi al tavolo del tè, le viene però negato il consenso anche se più sedie sono vuote.
La protagonista, per nulla intimorita prende ugualmente posto trovandosi in compagnia del Cappellaio Matto, di un Ghiro in continuo litigio con il primo e di un Leprotto Marzolino.
Ecco, la scena per gli artisti, è servita.
A tavoli imbanditi in modo minimale ne seguono altri tendenti al barocco, mentre attorno ai commensali fluttuano nell'aria oggetti di varia natura.
Bianco e nero e colore si alternano rendendo il rito del tè di volta in volta fantasmagorico o stringato sino all'estrema essenzialità.
Interessante il gioco di sguardi, intriganti quanto basta a fare intendere maliziosi sottintesi, straniati a definire il disinteresse degli uni verso gli altri, sospettosi al punto da dilatare all'stremo l'inizio della cerimonia, tanto da fare versare, al Cappellaio Matto, l'intero contenuto della teiera sulla tovaglia.
L'ideale liberatoria chiusura della mostra spetta ad una Alice fricchettona stravaccata su un divano con attorno una serie di tazze fumanti, il cui contenuto fa nascere più di una perplessità.
"Il tè di Alice" – Collettiva
Milano, Galleria Nuages, via del Lauro 10
Fino al 10 dicembre
Orari: martedì-venerdì 14-19; sabato 10-13/14-19