Venezia – Segno segue segno, linea succede a linea, trama affianca trama, colore avvicenda colore.

Tale è l’articolata costruzione che compone le opere di Lu Xinjian (Yixing, Jiangsua, Cina. 1977).

Vere architetture dell’infinito per un continuo speculare dove una linea mediana rende una metà simile all’altra tale da creare percorsi percettivi sia orizzontali che verticali.

Archi a sesto acuto, a tutto tondo, ogive, bifore, e infine colonne rampanti spingono verso l’alto suscitando stupore e meraviglia.

Impianti dalle caratteristiche romaniche compendiano strutture dalle fughe svettanti.

L’armonia totale si compie quando a tali architetture vengono accostati ordinamenti orientali a dire dell’universale armonia dell’arte.

 Il razionalismo costruttivo di Xinjian trova compimento in una severa progettazione dove gli accostamenti cromatici, nel loro regolare e rigoroso  susseguirsi, avvalorano l’ elegiaca ipnosi dell’intero artificio.

Tutto scorre fluidamente nelle opere in mostra a Palazzo Mora a Venezia nel contesto della 58esima Biennale d’Arte.

Le numerose soglie presenti  nei componimenti dell’artista cinese richiamano, al tempo stesso, mistero e sacralità ma anche profondo rispetto nei confronti di ogni espressione di natura spirituale conferendo all’intero sistema ritmo e leggerezza.

 

Lu Xinjian – “Tre opere” – Palazzo Mora, Strada Nuova 3659, 30121. Fino al 24 novembre. Orario: mercoledì – lunedì 10-18.

 

Mauro Bianchini