Un'immagine del progettoUn'immagine del progetto

Interventi e recuperi – Pochi tra i varesini probabilmente sanno cosa si cela dietro le facciate sporche e segnate dal tempo di numerosi palazzi edificati lungo le principali arterie cittadine. Uno di questi sta per svelare nuovamente la sua anima, abbrutita dagli anni e dall'incuria, grazie ad un progetto di manutenzione straordinaria. Si tratta del palazzo che si affaccia sulla centralissima via Magenta, già sede del consorzio agrario. Il progetto è nelle mani dello Studio Brusa Pasquè, che fin dall'inizio dell'intervento, preannuncia grandi sorprese nell'evoluzione dei lavori, su un palazzo che diventerà un vero e proprio monumento: "perchè è probabilmente in città, tra le costruzioni più significative", precisa Elena Brusa Pasquè; non fosse altro che per la firma che porta: Antonino Mazzoni. Molto si è detto del destino di questo palazzo, anche sulla possibilità di demolirlo; una costruzione realizzata negli anni '50, simbolo di un'architettura d'altri tempi che può meravigliare ancora.

Dal finestrino di un treno – Partendo da quello che diventerà il palazzo, cosa racchiuderà al suo interno, quali realtà lo occuperanno. "Le destinazioni d'uso pensate sono compatibili con quelle esistenti, negozi, uffici, laboratori, parcheggi – spiega l'architetto Pasquè – con un occhio di riguardo alla posizione e a quello che stava a cuore ad Antonino Mazzoni, padre dell'edificio. In questo senso, l'intervento di manutenzione mira alla realizzazione di una struttura che dia l'idea di vagone ferroviario. Prima motivazione di questa scelta, la vicinanza delle stazioni; seconda, il grande fascino che treni e ferrovie hanno sempre suscitato nel compianto architetto Mazzoni. Da qui l'idea di ricreare, inserendo zone verdi, una sorta di giardino pensile: come guardando un prato da un finestrino". Soluzione che risolve anche il problema legato alla creazione di parcheggi, che occuperanno il piano seminterrato e quello a livello della strada, senza togliere spazio al verde, che trova così una sua collocazione specifica, rimanendo elemento "fondamentale per quella che per me è ancora la Città Giardino", specifica l'architetto.

Una foto storicaUna foto storica

Uno sguardo all'edificio – Lo sporco che si è accumulato sulle pareti del palazzo, non permettono di decifrare la bellezza della superficie costruttiva originaria; la facciata che dà su via Magenta risale al 1957. "Esternamente l'edificio è interamente realizzato in travertino; oltre alla pietra, sono conservate anche alcune parti in mosaico rosso, nella zona del portico d'ingresso. Su entrambe le superfici, oggi poco leggibili, interverremo con un lavoro di pulitura". Per quanto possibile anche in questo progetto, lo Studio Pasquè inserisce quelli che sono i più attuali e contemporanei strumenti di risparmi energetico, a partire dai pannelli fotovoltaici collocati sul tetto dell'edificio.

La città in mano – Scomparso nel 2008, all'età di 103 anni, Antonino Mazzoni ha legato, sin dagli anni '30, il suo nome alla città di Varese. Quest'anno l'Università dell'Insubria ha bandito un concorso per il conferimento di un premio di laurea, intitolato proprio all''Ing. Antonino Mazzoni'. Riconoscimento che viene assegnato ad uno studente dell'Ateneo che si sia dedicato a studi di interesse pubblico per la città di Varese: cultura, ambiente, viabilità, trasporti.