Il territorio della Provincia di Varese gode della presenza di innumerevoli testimonianze storiche ed archeologiche che, partendo dal paleolitico, arrivano fino all'età moderna. Nel corso della prima età del Ferro (primo millennio a.C.), tra Lombardia e Piemonte, sulle rive del Ticino, si sviluppa una cultura dai tratti fortemente caratterizzati conosciuta, dal luogo dei primi ritrovamenti, come cultura di Golasecca. I reperti conservati nei nostri musei archeologici sono quindi in grado di illustrarci chiaramente lo sviluppo di questa civiltà che, a ragione, viene considerata come una delle prime "civiltà celtiche" dell'Italia settentrionale.

Una tappa imprescindibile per approfondire ogni aspetto di questa cultura riveste il Museo Archeologico di Sesto Calende, che espone una delle più ampie e complete raccolte. Ne parliamo con il Conservatore dott. Mauro Squarzanti.

Parliamo anzitutto dell'importante patrimonio che il Museo raccoglie. Cosa si può scoprire venendo in visita? Quali sono i pezzi più pregevoli?
Mauro Squarzanti: <Il Museo è allestito nell'ottocentesco Palazzo Comunale in P.zza Mazzini e presenta una ricca collezione di oltre un migliaio di reperti, dalla fine del III millennio a.C. fino all' alto medioevo. Del periodo più antico sono presentati alcuni oggetti funzionali e di adorno provenienti da alcune sepolture di rannicchiati in grotticelle naturali, affacciate a strapiombo sul lago, provenienti da Arolo di Leggiuno (Va). Seguono i numerosi reperti della prima età del Ferro della cultura di Golasecca (nome derivato dal luogo dei primi ritrovamenti), che attraverso l'importante via di comunicazione rappresentata dal fiume Ticino e dal lago Maggiore, entrerà in contatto col mondo mediterraneo, ed etrusco in particolare, e l'area dei principati celtici transalpini. Il comprensorio del basso Verbano ne costituiva uno dei principali centri di riferimento conservando molte testimonianze del suo prestigioso passato ora in gran parte raccolte nel Museo di Sesto Calende. Nel corso del primo millennio a.C. (prima età del Ferro), nell'area prealpina occidentale, tra Lombardia e Piemonte, si sviluppa una cultura dai tratti fortemente caratterizzati e unitari conosciuta, dal luogo dei primi ritrovamenti, come cultura di Golasecca. Il comprensorio del basso Verbano ne costituiva uno dei principali centri di riferimento conservando molte testimonianze del suo prestigioso passato ora in gran parte raccolte nel Museo di Sesto Calende. Nel corso del primo millennio a.C. (prima età del Ferro), nell'area prealpina occidentale, tra Lombardia e Piemonte, si sviluppa una cultura dai tratti fortemente caratterizzati e unitari conosciuta, dal luogo dei primi ritrovamenti, come cultura di Golasecca. Il comprensorio del basso Verbano ne costituiva uno dei principali centri di riferimento conservando molte testimonianze del suo prestigioso passato ora in gran parte raccolte nel Museo di Sesto Calende. Una situazione che ha determinato tra l'VIII ed il VI sec. aC. una delle maggiori concentrazioni demografiche dell' Italia settentrionale. Sono ampiamente documentati gli aspetti funerari attraverso cui è possibile avvicinarsi alla ritualità magico/religiosa praticata durante le sepolture. Sono presenti ricchi corredi di personaggi di grande prestigio sociale come la Tomba del Tripode, da attribuire ad una figura femminile dell'aristocrazia golasecchiana degli inizi del V secolo a.C. Alcune suppellettili riportano le più antiche attestazioni in area prealpina dell'uso di segni alfabetici, mutuati dall'area centro italica, e datati ai primi decenni del VI sec. a.C. Dagli abitati disposti sui versanti affacciati al fiume provengono oggetti d'uso legati alle attività praticate in ambito domestico e artigianale. E' inoltre possibile apprezzare due importanti collezioni private, più note come Collezione Bellini e Collezione Mattana, che documentano le fasi della ricerca e del collezionismo antiquario degli inizi del XX secolo. Dalla chiesa monastica di S. Donato di Sesto Calende provengono inoltre alcuni plutei e pilastrini decorati ad intreccio che presentano un'interessante commistione di elementi decorativi di sapore germanico con altri di tradizione tardoantica che si datano intorno alla prima metà del IX sec. Il Museo Civico di Sesto Calende è inserito nel Sistema dei Musei Archeologici della Provincia di Varese (Simarch) e nella rete museale dell'Alto Medioevo lombardo (V-XI sec.)>.


Il museo è poi una tappa fondamentale per chi voglia approfondire la Cultura di Golasecca in particolare…
Mauro Squarzanti: <La visita al Museo di Sesto Calende è una tappa imprescindibile per apprezzare soprattutto l'evoluzione della cultura di Golasecca che nel basso Verbano ha prodotto uno dei suoi principali centri. Reperti e testimonianze di questa cultura sono presenti in molte collezioni museali italiane ed europee, perlopiù come aspetto documentaristico di una delle popolazioni protostoriche del nord-Italia, senza avere quel carattere di completezza che è uno degli aspetti distintivi del Museo di Sesto Calende dove è possibile seguire l'ampio excursus cronologico, dalla fine del IX sec. a.C. con le sporadiche testimonianze della prima colonizzazione delle sponde del basso Verbano, fino alle soglie del V sec. a.C. quando, piuttosto improvvisamente, si interrompe quel processo di sviluppo che stava determinando la nascita di una embrionale città>.

Ormai sono rari oggi i musei che non offrono un servizio rivolto alla didattica. Quali sono in questo senso le proposte del Museo?
Mauro Squarzanti: <Il Museo mette a disposizione dei visitatori la possibilità di visite guidate supportate da materiale informatico in visione continua nelle sale del Museo. E' inoltre disponibile una guida che oltre a presentare i reperti esposti racconta le antiche vicende umane dei territori del basso Verbano. Per un'utenza privilegiata come la scuola vengono organizzati incontri preparatori (teorici e pratici) nelle classi che poi visiteranno il Museo. Questa attività è una delle proposte attivate dal SiMarch (Sistema Museale Archeologico della Provincia di Varese) di cui il Museo fa parte. Un ampio cortile adiacente il Museo (recentemente arricchito con la ricostruzione della monumentale tomba a cassone detta "del Tripode") è inoltre disponibile per le attività didattiche che troveranno, a breve, spazio anche all'interno delle sale espositive. Un buon successo di pubblico riscuote ogni anno il progetto "Ciceroni in erba" in cui gli alunni delle scuole medie, in questo caso di Sesto Calende, debitamente preparati dai loro insegnanti, presentano le collezioni ai visitatori presenti. Il Museo si è inoltre dotato di una piccola ma significativa sezione dedicata ai non vedenti che possono apprezzare, toccandoli, alcuni dei reperti più significativi della cultura di Golasecca riprodotti appositamente e commentati da brevi testi in alfabeto Braille. Nella sua veste di ente culturale il Museo promuove una collana di studi specialistici sulla cultura di Golasecca dal titolo ZiXu>.

A suo parere, quali sono ancora i nodi nevralgici su cui bisogna lavorare per migliorare maggiormente il servizio museale?
Mauro Squarzanti: <Per un Museo come il nostro che non può pensare di espandere oltre certi limiti gli spazi a disposizione è importante migliore la qualità dell'offerta espositiva che può interessare le collezioni presenti (con un turnover degli oggetti esposti) e dei servizi presenti come un sempre più ricco bookshop, traduzioni e aggiornamenti, oggi sempre più virtuali, del percorso di visita. Aspetti già ora presenti, ma sicuramente da aggiornare con continuità. Un altro aspetto sul quale è posta grande attenzione ma che richiede sempre nuove e aggiornate strategie è quello della comunicazione in modo che possa davvero veicolare la qualità delle raccolte esposte>.

In tempo di crisi i tagli alla cultura sono ormai all'ordine del giorno. Qual è la reazione del museo a tal riguardo e come far fronte a problematiche di questo tipo?
Mauro Squarzanti: <Il Museo riveste sicuramente un valore simbolico a livello comunale e più in generale territoriale, in quanto racchiude e custodisce la Storia del territorio stesso senza la quale ci si sente un po' "orfani". In questo senso anche in presenza di una congiuntura economica poco favorevole dove effettivamente le poche risorse devono essere gestite con molta attenzione il Museo ha avuto risorse proprie, anche cospicue e ha potuto beneficiare di finanziamenti regionali su mirati progetti che gli hanno permesso di mantenere un elevato standard qualitativo e affrontare le sfide per continui miglioramenti. La politica di fondo è sicuramente quella di gestire con oculatezza le risorse destinandole a fattibili progetti in grado di essere apprezzati, e quindi anche in parte finanziati, dagli competenti uffici del coordinamento regionale>.

RIPRESE VIDEO EFFETTUATE SU CONCESSIONE DEL MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO – SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGICA DELLA LOMBARDIA. E' VIETATA LA RIPRODUZIONE O DUPLICAZIONE CON QUALSIASI MEZZO.

Info.

Civico Museo Archeologico
Piazza Mazzini, 16 -Sesto Calende (Va)
Per informazioni o prenotazioni
museo@comune.sesto-calende.va.it
Il Museo è aperto al pubblico nei seguenti orari:
orario invernale
da lunedì a giovedì 9.00-12.00 / 14.30-16.30
venerdì 9.00-12.00
sabato chiuso
domenica 15.00-18.00
orario estivo e natalizio
da lunedì, mercoledì, venerdì 9.00-12.30
martedì, giovedì 9.00-12.00 /14.30-16.30
sabato chiuso
domenica (chiuso in agosto) 10.00-12.00
Ingresso adulti €. 2
PRIMA DOMENICA DEL MESE INGRESSO GRATUITO