Fino al giorno 8 al Museo Paolo Giovio di Como sarà possibile visitare la mostra "Dopo Costantino: reperti dal territorio lariano", che apre una finestra sul territorio comasco in un periodo storico interessante, compreso fra III e VII secolo d.C.

Si tratta di un periodo caratterizzato dall'arrivo di nuovi popoli e dalla rapida diffusione del cristianesimo, che si pose come l'unico elemento di stabilità di fronte allo stato romano, ormai disgregatosi.
Como e il suo territorio vissero gli eventi in prima linea, essendo la città punto di frontiera e quindi passaggio obbligato per chi, dalle Alpi, volesse scendere nella pianura. A raccontare la vita di quei secoli i materiali esposti al Museo, tutti di provenienza locale, distinti in quattro sezioni: il potere, la fede, le necropoli e gli insediamenti.

Si riscopre così un pezzo di storia locale, dalle pratiche funerarie, alle credenze religiose, alla vita di tutti i giorni. Si diffuse stabilmente in quel tempo il rito funerario della inumazione, in casse in muratura o in lastre: nelle sepolture il tradizionale corredo, con gioielli, come i bracciali a testa di serpente, e vasi in ceramica di produzione locale o addirittura importati dall'Africa.

Alcuni dei defunti deposti avevano ricoperto in vita ruoli significativi e questo status si rispecchia anche nel corredo della tomba: da Lenno provengono quatto sepolture di guerrieri, sepolti con le proprie armi, spada e scudo.
Negli anni seguenti l'editto di Costantino la religione cristiana assunse un ruolo dominante ed un peso anche politico. La cristianizzazione di Como prese avvio dal 386 d.C. con la nomina di Felice a vescovo della città. Da allora fu un susseguirsi di nuovi edifici di culto, come S.Abbondio, SS. Cosma e Damiano. Testimonianza privilegiata è data dalle epigrafi, quasi tutte tombali:in mostra l'iscrizione in greco proveniente da S.Protaso.

Ma dove si viveva fra V e VI secolo? Le fonti raccontano una Como ancora viva, ma i dati archeologici sono però scarsi, eccezion fatta per l'area di Via Benzi e della scuola Parini dove gli scavi hanno fornito resti di strutture e materiali. Al di fuori della città, invece, soprattutto in altura si svilupparono centri fortificati, come Laino, in Val di Intelvi, sito che in questi anni ha visto impegnato con scavi sistematici il Museo Giovio. Laino doveva essere uno dei capisaldi della linea fortificata, il cosiddetto limes, creato in età tardo antica con scopi difensivi. Dagli scavi sono emerse strutture murari e materiali di vario tipo che raccontano dettagliatamente la vita quotidiana dell'epoca: orecchini in oro, vaghi di collana, pentole in pietra ollare e bicchieri a calice.

"Dopo Costantino: reperti dal territorio lariano"
Museo Archeologico P. Giovio
Fino al prossimo 8 dicembre
Ingresso compreso nel prezzo del biglietto al museo (al costo di 3 euro)
Orari: martedì-sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 17.00
mercoledì dalle 9.30 alle 17.00
domenica dalle 10.00 alle 13.00