A trent'anni dalla mostra di pittura "Gli allegri funamboli", organizzata nell'allora "Civica Raccolta di Terraglia", tornano a Palazzo Perabò, ora sede del Museo Internazionale del Design Ceramico, Luca Lischetti e le sue opere.
Elemento centrale della mostra è la metafora cara a Lischetti, quella del burattino Buz Baz, quella di un genere umano formato da burattini tanto vitali quanto inconsapevolmente privi di autonomia, manovrati dai non sempre invisibili fili e suggestioni della società contemporanea, di quello che Italo Calvino definiva "l'inferno dei viventi", qui rappresentato dalle manipolazioni quotidiane nelle quale siamo immersi e delle quali non riusciamo più ad accorgerci, o delle quali fingiamo di non accorgerci per non esserne esasperati.
A questo "mondo sociale", che pretende conformismo, omogeneizzazione di pensiero linguaggio ed espressione e pieno controllo da parte di un potere che manovra gli individui come marionette, in modo disordinato, senza altro obiettivo preciso se non quello del riconoscimento unanime della propria forza, Lischetti risponde usando il libero e autonomo linguaggio della sua arte.
Non si tratta questa volta "solo" di un'esposizione d'arte contemporanea, ma di un'idea progettuale maturata nel tempo e finalmente realizzata negli spazi espositivi del MIDEC, che ancora una volta cerca di distinguersi per l'attenzione con cui seleziona e presenta i suoi artisti.
Quello proposto dall'opera di Lischetti è un percorso fatto di sculture in legno, dipinti elaborati in assemblages e immagini, ancora dipinte o scolpite o proiettate in videoistallazioni, capaci di suscitare suggestioni molto intense, non solo sul piano emotivo.
L'articolata proposta nasce dalla collaborazione di diverse "anime artistiche", differenti per formazione e per natura, che hanno lavorato accanto a quella dell'artista, noto per i suoi spettacolari teatrini polimaterici e per le sue enigmatiche figure umane dal volto inespressivo: uno scrittore di talento, un appassionato d'informatica e una studiosa di filosofia estetica.

Tutti impegnati in un contesto interattivo, di ricerca, progettazione, sviluppo e realizzazione, in cui ciascuno ha messo volentieri a disposizione del gruppo così costituito le proprie specifiche competenze, per elaborarne un intervento culturale interessante e innovativo.

Ecco così, nella sala del Gioco della vita, la palestra dei Buz Baz in un'ambientazione in cui il pannello contenente decine di omini si riflette in un monitor che trasmette continuamente una serie di video, realizzati dall'appassionato d'informatica Mattia Lischetti (figlio dell'artista), in cui i Buz Baz vengono animati.

La profonda conoscenza del materiale, che tra le mani dell'artista diviene straordinariamente malleabile, duttile, plastico e vitale, risulta intimamente connessa al sapiente uso di una tecnica in grado di valorizzare la materia stessa, attraverso la creazione di un'opera che lo scrittore rende dinamica narrazione, l'informatico stupefacente sorpresa e la studiosa un problema degno di una rinnovata ricerca filosofica.
L'energia e l'esuberanza, contenute nell'impianto scenico di ciascuna delle opere esposte, esplodono tra le austere pareti di Palazzo Perabò, dando vita alla mostra di Luca Lischetti "Buz Baz, il gioco della vita", a cura di Stefania Barile.
Luca Lischetti: BUZ BAZ, il gioco della vita
8 aprile – 21 maggio 2017
MIDeC, Palazzo Perabò, via lungolago Perabò, 5 – Cerro di Laveno Mombello (Varese)
inaugurazione sabato 8 aprile 2017, ore 16
Orario: martedì 10.00 -12.30, da mercoledì a domenica 10.00 – 12.30 e 14.30 -17.30, lunedì chiuso.
ultimo ingresso mezz'ora prima della chiusura
ingresso a pagamento comprensivo della visita alla collezione permanente
biglietto intero € 5 – ridotto € 3
bambini fino a 14 anni ingresso gratuito.