Milano – La luce e il colore, ricchi e densi, caratterizzano l’opera di Domenico Asmone. L’artista toscano in questi giorni è ospite, con la personale dal titolo “Il colore mi possiede,” alla Fondazione Luciana Matalon, in Foro Buonaparte.
Eclettico nello stile e nel linguaggio, Asmone ha iniziato a dipingere negli anni Ottanta partendo da un figurativo ragionato e oggettivo, dalle forme delineate e leggibili per giungere, successivamente,  all’informale dove esprimersi in un’arte più istintuale, soggettiva e fortemente materica.

La mostra presenta oltre 20 opere, tutte realizzate negli ultimi tre anni, in decisa dialettica con il suo passato, suddivise in tre sezioni: dipinti a olio su tela e su carta, sculture in ceramica e altorilievi in ceramica smaltata.
Per quanto riguarda le opere su tela, sono la naturale evoluzione della ricerca poetico-espressiva delle esperienze informali che guardano agli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso. Per Asmone non si tratta di espressioni volte a testimoniare una tensione sociale o un disagio esistenziale o ancora una critica a tutto ciò che può essere riconducibile a una forma. L’artista vuole restituire l’energia della materia pittorico-cromatica prendendo quale riferimento la natura che, dell’energia, ne è la fonte più pura. Parte dal paesaggio circostante per focalizzarsi sulla forza emotiva del colore e sui contrasti. Da qui la decisione di precisare nel titolo di ogni opera,  l’aggettivo “cromatico”. Un rafforzativo il cui intento è proprio quello di “condizionare” chi osserva.

Trionfi di toni e sfumature che l’artista crea con sapienza sia sulla tela sia “scavando” nella ceramica. Sebbene l’ispirazione sia sempre la natura e i suoi colori, la percezione risulta differente nella ceramica: la lucentezza della smaltatura, la singolarità delle gamme cromatiche nonché la fusione di più colori voluta dall’artista, infatti portano a soluzioni dalla singolare efficacia estetica.

La terza sezione della mostra è caratterizzata dagli altorilievi, in ceramica smaltata, ulteriore evoluzione delle sculture in ceramica dipinta, che si caratterizzano per la doppia cottura, prima del corpo ceramico e poi dello smalto che lo ricopre, offrendo un’ulteriore varietà di forme e di effetti cromatici assolutamente inaspettati. Ciò che colpisce è il richiamo alla città di Pistoia (dove vive l’artista), in particolare alle chiese in stile romanico-gotico, che presentano le tipiche facciate bicrome in pietre bianche e verde scuro, oltre agli architravi medievali scolpiti.

Asmone rappresentare il mondo esteriore nel pieno rispetto del proprio sentire per un’arte sempre più intima ma capace di instaurare un reciproco dialogo con chi l’osserva.

La mostra, realizzata in collaborazione con la Galleria Colonna di Appiano Gentile (CO), sarà visitabile sino al 17 febbraio. Un catalogo (Ed. “Gli Ori” di Pistoia) con testi critici di Nello Taietti, Siliano Simoncini e Alessandro Paolo Mantovani accompagna l’esposizione. Orari: da martedì a sabato: 10-13; 14-19.