Il segno come opera d'arte – La grande poetica artistica di Agostino Ferrari si esprime attraverso segni che, spogliati del loro consueto valore simbolico e liberati da riferimenti linguistici, hanno valenza puramente estetica.
La riscoperta della bellezza intrinseca del segno contraddistingue le opere di Ferrari, che diventano così delle pagine non-scritte ma piene di caratteri, diari di pure emozioni estetiche, libri incomprensibili per la mente ma intelligibili per il cuore.

Come afferma l'artista stesso: "Traccio segni e scritture non per rappresentare ma per fermare me stesso su una pagina tempo. Se è vero che anche questo diventerà racconto o diario sarà solo perché tutto quello che ha fatto l'uomo, compresa la prima impronta lasciata sulla sabbia è rimasta nella nostra memoria anche se tanti venti ne hanno cancellata l'immagine".

Dopo alcuni anni, Agostino Ferrari torna ad esporre nella sua Milano, allestendo una rassegna dei momenti pittorici più significativi del suo percorso artistico: dalle prime ricerche sul segno alle opere "tridimensionali"

della serie Il Teatro Del Segno; dalle prime ricerche sul segno alle opere del ciclo delle Maternità, agli ultimi lavori del ciclo Interno-Esterno.

"SEGNO frammenti di un percorso", titolo della recente mostra, raccoglie per la prima volta insieme venticinque tele – di cui cinque di grandi dimensioni – fra le più rappresentative degli ultimi 25 anni, secondo un percorso creato dall'artista insieme a Martina Corgnati, curatrice della mostra.
Attratto dall'arte sin dalla prima infanzia, nel 1959 Andrea Ferrari conosce il pittore Remo Brindisi, che lo invita a lavorare nel suo studio. Nel 1961, alla galleria Pater di Milano e con la presentazione del critico Giorgio Kaisserlian, realizza la sua prima mostra. Le opere di questo periodo si ispirano alla periferia industriale milanese di fine anni cinquanta e, pur essendo assolutamente non figurative e risentendo anzi della lezione dell'Arte informale, mostrano un'esplicita influenza naturalistica, che traspare anche dal titolo scelto per raggruppare le tavole e i disegni di quegli anni: Natura Paesaggio Circostante. Imprime un salto evolutivo nella pittura di Ferrari la lunga frequentazione di Lucio Fontana, che non si traduce in intima adesione ai principi dello Spazialismo, ma piuttosto in un più generico spessore riflessivo, latamente filosofico, del suo fare artistico che si è mantenuto intatto, pur tra ripensamenti e sperimentazioni, attraverso i decenni.

"SEGNO frammenti di un percorso"
Personale di Agostino Ferrari
Dal 24 gennaio al 22 febbraio 2013
Palazzo Lombardia – Spazio espositivo, Ingresso Via Galvani, 27
Orari: da lunedì a sabato, dalle 14.00 alle 18.00
chiuso la domenica
Ingresso libero
Info: http://www.agostinoferrari.it/?p=783