Pur essendo stato per la seconda parte della sua vita cittadino del mondo, Jorge Eielson (Lima 1924 – Milano 2006), non ha mai dimenticato gli elementi distintivi della sua terra, Il Perù.
In tale misura i "nodi" hanno accompagnato la sua arte sin dalle origini.
In Perù i "quipus", nodi nell'antico linguaggio incaico, sono usati per definire una o più unità di misura, con identiche funzioni di un pallottoliere.
Traslati nelle opere di Eielson, i nodi simboleggiano quei valori cardine che ognuno dovrebbe avere dentro di se, tali da ritenersi punto di energia dal quale fare diramare forti idealità.
A dare visione del lavoro di Eielson dagli anni '60 sino a fine anni '80, la personale in corso presso maab gallery a Milano a cura di Davide Sarchioni, dal titolo "Bridging the gap".
Il senso di percorrenza della mostra, è dato da "Paesaggio infinito della costa del Perù", del 1961, dall'intenso impianto materico, eseguito con cemento e tecnica mista, quasi un richiamo al suo essere stato poeta e scrittore.
Prima di arrivare al nucleo centrale della mostra, la galleria propone con cadenza cronologica, due opere dove indumenti privi di corpi paiono paesaggi dell'umanità, entrambi eseguiti nei primi anni sessanta.
Arrivando ai "nodi", si va dal bianco su bianco ad accostamenti cromatici tali da richiamare le vivaci cromie della terra d'origine dell'artista.
A tal punto, non più un solo nodo, ma un insieme di essi, quasi a definire i momenti più significativi di una vita percorsa da passione esistenziale e creatività.
Jorge Eielson – "Bridging the gap"
Milano – Maab gallery, Via Nerino 3
Fino al 13 maggio
Orario: lunedì-venerdì 10,30-18