
In tale misura i "nodi" hanno accompagnato la sua arte sin dalle origini.
In Perù i "quipus", nodi nell'antico linguaggio incaico, sono usati per definire una o più unità di misura, con identiche funzioni di un pallottoliere.
Traslati nelle opere di Eielson, i nodi simboleggiano quei valori cardine che ognuno dovrebbe avere dentro di se, tali da ritenersi punto di energia dal quale fare diramare forti idealità.
A dare visione del lavoro di Eielson dagli anni '60 sino a fine anni '80, la personale in corso presso maab gallery a Milano a cura di Davide Sarchioni, dal titolo "Bridging the gap".
Il senso di percorrenza della mostra, è dato da "Paesaggio infinito della costa del Perù", del 1961, dall'intenso impianto materico, eseguito con cemento e tecnica mista, quasi un richiamo al suo essere stato poeta e scrittore.

Arrivando ai "nodi", si va dal bianco su bianco ad accostamenti cromatici tali da richiamare le vivaci cromie della terra d'origine dell'artista.
A tal punto, non più un solo nodo, ma un insieme di essi, quasi a definire i momenti più significativi di una vita percorsa da passione esistenziale e creatività.
Jorge Eielson – "Bridging the gap"
Milano – Maab gallery, Via Nerino 3
Fino al 13 maggio
Orario: lunedì-venerdì 10,30-18