E.H. a Parigi mentre esegue uno schizzo 1907E.H. a Parigi mentre esegue uno schizzo 1907

Milano – Roma – Losanna – L'arte di Hopper arriva per la prima volta in Italia. Due grandi eventi, a Milano e a Roma, ricordano e omaggiano il grande protagonista americano del Novecento. Edward Hopper non solo attraverso i quadri più conosciuti, ma nei meandri dell'arte grafica, dagli schizzi durante il periodo della scuola, agli autoritratti giovanili, agli acquerelli, alle finissime incisioni. Nell'arte di Hopper un ritratto della middle class, a cui anch'egli apparteneva, degli Stati Uniti di pieno '900, edifici, strade, donne e uomini comuni. Stesse tematiche inserite nelle opere, la stessa modella di una vita, la moglie Jo. "Una biografia piuttosto noiosa", così ha dichiarato, in merito alla persona dell'artista, Emmanuele Francesco Maria Emanuele, presidente della Fondazione Roma, neo eletto direttore del Palaexpo di Roma, durante la conferenza stampa. Una vita tranquilla che in parte rispecchia il tono della sua arte. "Dal jazz alla Guerra in Vietnam, sessant'anni in cui è successo di tutto nel mondo dell'arte e nella storia mondiale, ma Hopper non muta il suo modo d'espressione – racconta Carter Foster, conservatore del Whitney Museum of American Art, luogo da cui arrivano la maggior parte delle opere in mostra – viene definito un realista convinto, anche se realista non lo era. Come nelle sue opere, così la mostra ha l'intento di stuzzicare lo spettatore, di metterlo al centro dell'opera, di solleticare l'immaginazione". Dopo Palazzo Reale dove la mostra rimane aperta fino al 31 gennaio, l'arte dell'americano viene ospitata al Museo della Fondazione Roma dal 16 febbraio al 16 giugno 2010 e presso la Fondation de l'Hermitage di Losanna dal 25 giugno al 17 ottobre.

'Due pescherecci' 1922-23'Due pescherecci' 1922-23

L'autoritratto – Una mostra che permette di entrare nel vivo dell'arte di Hopper, di conoscere il percorso che ha dato vita alle grandi opere per cui è riconosciuto dal pubblico di tutto il mondo. Sette le sezioni che compongono l'esposizione, a partire dalle primissime produzioni, poco più che ventenne. Piccoli schizzi decisi, mani, volti, dettagli. L'illustrazione è l'arte che lo impegna a lungo, a partire dalla giovinezza quando collabora per C. Phillips & Company; "non amava particolarmente l'illustrazione, ma era un lavoro molto redittizio", sottolinea Carter Foster. Nel 1906 Edward Hopper conosce Parigi e scopre gli impressionisti. Lo sguardo attento di Hopper fin dagli inizi si concentra sugli ambienti, sull'architettura, sugli spazi urbani. Difficile trovare più di uno-due personaggi all'interno della scena dipinta: una solitudine apparente, una fotografia della società americana, un fotogramma di scene quotidiane illuminate dal sole. Nei più celebri quadri da Sole del mattino (1952) a Secondo piano al sole (1960) fino a Una donna al Sole (1961), il calore e il bagliore del sole irradiano la scena assottigliando il confine tra interno ed esterno della scena, del mondo hopperiano. Una sezione della mostra illustra l'attenzione per Hopper alla figura femminile: L'erotismo di Hopper.

'Sole del mattino' 1952'Sole del mattino' 1952

Tra cinema e realtà – "Come perduti in un popoloso deserto, i suoi personaggi siedono e aspettano, anche quando in luoghi di transito, provvisori – scrive nel saggio in catalogo 'Hopper e il cinema'  Goffredo Fofi – A volte è come se una zoomata cancellasse nel suo movimento di focalizzazione ciò che non interessa al regista, come se egli avesse isolato una persona, o due, o tre, raramente di più, puntando la sua attenzione solo su quella o quelle, facendo sparire con qualche artificio le altre. O, più semplicemente, avesse in partenza scelto la sua scena come consona a una sola presenza, o due, o tre, raramente di più: stanze d'albergo, caffè notturni, sale d'attesa, uffici, ristoranti, verande…Perfino i teatri, luogo della recita, 'scena' affollata per eccellenza, sembrano escludere il pubblico, gli spettatori, la folla: conta chi è in scena e in scena stanno in pochi, uno, due personaggi e magari la mascherina in platea, senza che il pubblico si veda". Si entra nella scena di Hopper, si diventa protagonisti per un attimo. Una stanza d'albergo, una finestra aperta per osservare una casa abbagliata dal sole; ci si siede sulle bianche lenzuola del letto impeccabile e nello schermo di fronte a noi, noi. Un solitario spettatore al centro della scena, senza pubblico, senza folla, solo nel mondo hopperiano.
L'installazione interattiva e multimediale, voluta propriamente per la mostra milanese da Artemisia Group e Palazzo Reale, è opera di Gustav Deutsch, noto film-maker e video artista austriaco.

Arte in ogni ora e in ogni tempo – Sono ricche le proposte didattiche legate alla mostra curate da Francesca Valan. 'Impara a disegnare come faceva Hopper', seguendo le orme del personaggio che già in età precoce dimostrava passione e interesse per l'arte grafica. Un percorso didattico mirato per i giovani dal 5 ai 14 anni. 'Cerca e trova nei quadri di Hopper' è invece il laboratorio proposto ai più piccoli (2-5).
I grandi quadri di Hopper si ammirano per tutta la durata della mostra nei locali milanesi di maggiore tendenza; 20 riproduzioni di 5 quadri dell'artista si mostrano al grande pubblico in situazioni non prettamente artistiche. E ancora un podcast dell'esposizione e un'audioguida con testimonianze di amici del maestro americano. Il catalogo dell'esposizione è firmato da Skira e raccoglie i contributi di Carter Foster, Carol Troyen, Sasha Nicholas, Goffredo Fofi, Demetrio Paparoni e Luigi Sampietro.
Maggiori informazioni su eventi e manifestazioni sono disponibili sul sito ufficiale della mostra.

'Edward Hopper.
Milano, Roma e Losanna'

Palazzo Reale
fino al 31 gennaio 2010
www.edwardhopper.it