Carlo Fornara, Ultimi raggi, olio su telaCarlo Fornara, Ultimi raggi, olio su tela

Sono passati più di quarant'anni dall'ultima mostra che Milano ha riservato ai protagonisti del Divisionismo (Palazzo della Permanente, 1970). Questa mancanza viene colmata ora in occasione dell'apertura, nel capoluogo lombardo, di un nuovo centro espositivo: GAM Manzoni, in via Manzoni 45, già sede della storica Galleria del Naviglio fondata nel 1946 dal grande Carlo Cardazzo.

Questo spazio, che sarà anche un centro studi per l'arte moderna e contemporanea, viene inaugurato con la mostra "DIVISIONISMO. Da Segantini a Pellizza" che raccoglie trentacinque dipinti dei principali interpreti del movimento quali Giovanni Segantini, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Emilio Longoni e altri.

La rassegna, curata da Francesco Luigi Maspes e Enzo Savoia, è in programma dal 19 ottobre al 23 dicembre e ripercorre gli sviluppi in terra lombarda del Divisionismo, movimento artistico nato a cavallo tra Ottocento e Novecento in piena autonomia rispetto al Neoimpressionismo francese e che ha avuto, proprio a Milano, il suo centro propulsore a partire dalla prima esposizione del 1891 alla Triennale di Brera.

Il percorso della mostra si apre con Alpe di Maggio di Segantini (1894), dipinto rappresentativo della sua produzione e della spiccata tendenza all'allegoria e al simbolismo.
Il tema delle montagne, infatti, è un leitmotiv nelle opere del pittore, che nel 1886 lascia l'Italia per trasferirsi a Savognino, nel cantone Grigioni, e da lì sceglie poi l'Engadina come dimora sino al giorno della morte che lo coglie sulle vette del rifugio Schafberg – poi ribattezzato Capanna Segantini – dove si era spinto per dipingere il celebre Trittico della Natura, rimasto

Carlo Fornara, Aratura in Argentina, olio su telaCarlo Fornara, Aratura in Argentina, olio su tela

incompiuto.

Altra opera chiave della produzione divisionista è il pannello sinistro del pentittico L'Amore nella vita (1901-1902) di Pellizza da Volpedo. Realizzato nel periodo successivo al compimento e alla prima esposizione pubblica de Il Quarto Stato, costituisce uno dei punti di arrivo delle ricerche del pittore sulla luce e sulla scomposizione dei colori ed esprime l'attenzione di Pellizza per la compenetrazione tra uomo e natura.
La rassegna continua con opere di Emilio Longoni e Angelo Morbelli, tra cui Inverno al Pio Albergo Trivulzio, dove l'artista alessandrino raffigura i vecchi emarginati, ricoverati in ospizio in condizioni di degrado, soggetto su cui ritornerà più volte a partire dal 1883, quando i temi pittorici di Morbelli si orientano verso l'interpretazione della realtà.

La tecnica divisionista, definita proprio da Morbelli "la prospettiva dell'aria", nasce dall'esigenza di rappresentare gli effetti della luce del sole attraverso l'accostamento di colori puri non mescolati sulla tavolozza e applicati sulla tela a piccoli tratti, in modo filamentoso.
Secondo tale principio, sarà poi l'occhio dell'osservatore a ricomporre tonalità e sfumature con l'acquisizione "naturale" delle tinte a livello retinico.
Per Gaetano Previati, "compito dell'artista non è quello di copiare letteralmente tutto ciò che si vede, ma è una funzione intellettiva sulle forme e i colori del vero".