"Un particolare valore affettivo assume la mostra, dialogo "da colore a colore" tra la pittura di Ortelli e quella di alcuni amici pittori (Claudio Olivieri, Italo Bressan, Tetsuro Shimizu), a conferma che la memoria della sua arte è sempre attiva e capace di proseguire nel confronto ideale con gli artisti con i quali ha condiviso la passione luminosa per la pittura". Claudio Cerritelli sceglie di presentare con queste parole la mostra aperta fino al 10 novembre alla Galleria Ghiggini di Varese.

Bressan in un certo senso gli fa eco: "Ho conosciuto Gottardo Ortelli nei primi anni '70 quando ero studente all'Accademia di Brera. Avevamo alcuni amici in comune, amici speciali, Guido Ballo e Roberto Sanesi: questo ha subito rafforzato il nostro rapporto. (…) Credo che la nostra amicizia e poi la collaborazione sia nata da affinità elettive nel concepire le immagini dipinte".

E proprio sotto la stella polare dell'amicizia e del grande ideale si incontrano le opere presentate da Ghiggini: "Se penso alla mia amicizia con Gottardo non riesco a ricordare il momento in cui l'ho conosciuto. Allora preferisco immaginare che sia stato da sempre, talmente la sua presenza mi era, in qualche modo, indispensabile e quindi naturale. Abbiamo fatto viaggi insieme, insieme abbiamo avuto uno studio grande e luminoso perchè allora, a Milano, si potevano ancora trovare degli spazi possibili". Queste le parole di Olivieri.

"Al mio maestro Gottardo Ortelli" è invece l'incipit di Tetsuro Shimizu: "Viaggiando insieme in Svizzera e in Giappone, il nostro rapporto è diventato intimo e confidenziale; in occasione dell'allestimento di una sua mostra retrospettiva tenutasi a Palazzo Forti di Verona, mi ha trasmesso il suo modo di pensare al proprio ed al lavoro altrui, un modo luminoso e sintetico. (…) Ortelli vive in me con questo pensiero che accompagna il mio cammino artistico".